Skabadip is back

 

Amanita Muscaria

(Intervista Postuma)


Sei mesi in ballo per un intervista….non ci sono parole, mi vergogno. So già che Alessandro metterà qui uno dei suoi commenti, quindi, prego, infierisci…..[Figurati, grazie di aver dato a SkabadiP la prima intervista in postdopo..voglio dire, l'esatto contrario dell'anteprima. Ancora un po', e a questo testo si sarebbero interessati i filologi. Il gruppo nel frattempo s'è sciolto...spero che non dipenda da noi...]

 
 


Ho un dubbio che mi attanaglia: è stato il vostro pezzo usato appositamente per la sigla di Nippocampo (trasmissione radiofonica sui mondiali di calcio) a portare sfiga alla nostra nazionale??

Simone: Non credo proprio…anzi…forse se lo avessero ascoltato anche i giocatori sarebbero entrati in campo con uno spirito diverso: più voglia di divertirsi e meno di piangersi addosso! ma ormai è fatta e poi, da interista, è andata bene anche così!!!

Scherzi a parte, racconta come è nato il progetto…

Simone: Gli Amanita Muscaria nascono quasi 4 anni fa per volere di Paolo e Gabriele, il nostro ex-chitarrista. L’intento è quello di fare pezzi propri sul genere ska e rock…ma dopo l’arrivo di vari musicisti (tra cui io…) le influenze aumentano e le prime canzoni sono una specie di patchanka: c’è reggae, ska, funk, rock….tra prove e concerti si arriva alla registrazione del primo cd: 1000 copie, vendute tutte ai concerti e tramite internet! Il cd è sempre stato recensito ottimamente ci ha permesso di fare numerose cose: siamo stati a lungo in classifica su RockFm, numerosi download su siti vari, 2/3 compilation, un passaggio negli studi di Red Ronni, interviste e recensioni e, a distanza di quasi due anni dall’uscita del cd, un concerto in diretta internet negli studi di Viva e un passaggio televisivo per la stessa rete dove Amanita Muscaria, la canzone, era stata scelta per accompagnare una clip!? Tuttavia sono ormai passati 2 anni dalla registrazione e ora come ora con quel cd ci identifichiamo davvero poco…visto la nostra recente sterzata in direzione di un rock-steady/reggae/dub che ci ha allontanato dallo ska e dal rock iniziali. Oltre a questo l’inizio nel marzo 2000 di una lunghissima serie di date che ci ha portato in tutta Italia (isole comprese) dividendo il palco con Africa Unite, Bandabardò, 24Grana, Radici Nel Cemento e molti altri…

Rendici partecipi della notevole evoluzione che ha subito il vostro sound...

Simone: Come ti dicevo il nostro primo cd conteneva 8 tracce che spaziavano dal reggae allo ska, dal blues/jazz al funk…e se da ascoltare poteva essere una cosa piacevole, suonando dal vivo ci siamo accorti presto che c’era troppa carne al fuoco! Così abbiam deciso di darci dei limiti e di mantenerci sulla scia dei vari gruppi ska/rock-steady, ma col tempo la scelta non ci soddisfaceva ancora , così lo ska è stato abbandonato per lasciar spazio a ritmiche più reggae. Nello stesso momento si è rotto il rapporto con Gabri, il nostro chitarrista dall’anima rock e fondatore del gruppo insieme a Paolo, e al suo posto è arrivato Matteo che suona il pianoforte e la tastiera. Inevitabilmente il nostro sound si è ammorbidito e avvicinato ancora di più al reggae con puntate nel dub, genere ricco di sonorità elettroniche su cui stiamo ancora lavorando! Da dicembre ad aprile infatti siamo stati chiusi in studio per capire in che direzione andare e forse non l’abbiam ancora scoperto del tutto, ma suonare dal vivo ci mancava troppo…

Pare che ultimamente sia quasi del tutto scomparsa la chitarrina un po’ punkettona, rispetto agli esordi, a cosa è dovuto?

Simone: Credo che al di là delle scelte stilistiche che ti spiegavo prima, il resto delle motivazioni siano personali e credo sia giusto che rimangano all’interno del gruppo. [Qui non dovevi cedere, Antonio!]

Questa evoluzione dove vorresti che ti portasse? Non parlo di successo ma di come vorresti che fossero gli amanita...più bravi, più belli, più strumenti, più cosa insomma? Dal mio punto di vista, una sezione fiati più ricca non guasterebbe, che ne dici?

Simone: Bella domanda…a proposito della sezione fiati…se ti riferisci al live di Radio Popolare la presenza di un unico fiato è stato una circostanza, in realtà con noi suonano un sax tenore e un trombone. Per il live che stiamo portando in giro ora, credo che sul palco vorrei solo un percussionista per rendere il concerto ancora più “ritmico" e un trombettista perché adoro sentirne gli assoli…per quanto riguarda il futuro, tutto dipende dalla strada che prenderemo in questo periodo, infatti stiamo pensando di spostarci ancora di più verso qualcosa di più elettronico e questo potrebbe voler dire l’abbandono di alcuni strumenti per preferire l’utilizzo di sequencer e simili. Probabilmente non avremo neanche più il diritto di stare su Skabadip…chi lo sa?!
So che qualcuno non manderà giù queste scelte, perché ai concerti c’è già un sacco di gente che, pur ammettendo di apprezzare i nostri cambiamenti, ci chiede alcuni pezzi della prima ora. Ma credo sia giusto aver il coraggio di osare se se ne sente l’esigenza…e noi la sentiamo già da un po’!!!

Quale band del panorama musicale mondiale vorresti ti chiamasse per sostituire il loro bassista?

Simone: In Italia 24Grana, Almamegretta o 99Posse…forse è il caso che mi trasferisca a Napoli…nel mondo i Primus o i Lamb…però anche un concerto con Buju Banton o gli Hepcat non mi dispiacerebbe…

La vostra performance a radio popolare è stata davvero bella. Strizzate molto l’occhio al reggae e al dub...siete amanti del genere?

Simone:…personalmente si, anzi direi che sono soprattutto io a preferire e proporre questi due generi visto che nel gruppo i gusti sono molto eterogenei…non ti dico le discussioni sulle colonne sonore dei viaggi quando si parte per suonare…Paolo adora la Dave Mattews band, Ben Harper e, in comune con Matteo (tastierista), CSI e vari cantautori tra cui Battiato e De Andrè; Matteo (batterista) ascolta Skatalites, Hepcat ma anche Jamiroquai, Groove Armada e Primus…
come vedi metterci d’accordo non è impresa facile, figurati quando c’è da suonare e non solo da ascoltare…
Comunque credo che quanto hai sentito a Radio Popolare sia molto indicativo di quello che facciamo ora e del punto di partenza da cui prenderanno le mosse i nostri futuri cambiamenti.

Avete suonato in Sardegna vedo…..che impressioni ne avete tratto? Tanta diversità rispetto quaggiù al nord?? Ti do la possibilità di ringraziare gli amici sardi conosciuti……

Simone: In effetti suonare in giro per l’Italia e non solo a Milano e dintorni da la possibilità di conoscere realtà, non solo musicali, profondamente diverse tra loro…e ti dirò la verità, difficilmente preferiamo quella della nostra città, più volte maltrattata nei nostri testi! In Sardegna ci eravamo già stati, ma questa volta è stata davvero una serata speciale: abbiam suonato insieme ai 24Grana, ragazzi simpaticissimi e disponibili, abbiam mangiato specialità sarde e bevuto la mitica Birra Morena (con tanto di bellezza sarda al posto del baffuto della Moretti…), siamo stati al mare e soprattutto abbiamo ricevuto un’accoglienza davvero calorosa dalla gente già durante il check-sound: quando ci sono questi presupposti difficilmente la serata può andar male…è chiaro che suonar davanti a tanta gente che balla da soddisfazione…ma la quantità di gente secondo noi non è l’unica condizione per la buona riuscita di una serata. Sicuramente ci ricorderemo con più piacere questa serata che quella al Leoncavallo con la Bandabardò dove abbiam suonato di fronte a 5.000 persone. E poi a Milano sono tutti così impostati…difficili da smuovere…ti faccio un altro esempio: a maggio abbiam fatto una tre giorni di fuoco: venerdì a Perugia, sabato a S.Marino e domenica in un parco a Milano…bè lo sai che a Milano, nonostante ci fosse tanta gente e tutti ci conoscessero, è stato il posto dove la gente ha ballato di meno…dopo il concerto, quando ho chiesto spiegazioni mi è stato detto “mah…non mi piace ballar così in mezzo al parco….è strano…", poi però la stessa gente va al Rototom e balla per una settimana o si lamenta perché a Milano non c’è mai nulla…io credo che avere troppo ci ha abituato a snobbare certe situazioni, cosa che non avviene in altre città come Perugia dove la gente è più disposta a divertirsi e ti apprezza se lo fai insieme a loro.

Che fanno gli Amanita Muscaria per sbarcare il lunario?

Simone: Un po’ di tutto, c’è chi vive di note come i fiati e Matteo il tastierista, chi lavora come Matteo il batterista e chi cerca di finire anche l’università arrabattandosi con qualche lavoretto come me e Paolo.

Il più bel concerto mai visto?

Simone: Bè ne ho visti davvero una marea…però ricordo in particolare il concerti dei 24Grana di un paio d’estati fa in Cascina Monluè a Milano, il concerto dei Massive Attack al Forum di Milano, quello dei Primus al Propaganda e quello dei Pearl Jam al Forum…però per i miei trascorsi da metallaro mi impediscono di non ricordare anche quello dei Metallica al Palavobis [Ahi...].

E quello che ti sei perso perchè nessuno ti aveva avvertito che c’era??

Simone: Il brutto di quando suoni tanto in giro è che a volte sei costretto a perderti dei concerti perché sei fuori città…più di tutti mi sono pentito di non esser andato a veder gli Skatalites, i Morcheeba e i Red Hot Chili Peppers.

Il tuo pezzo preferito degli amanita?

Simone: In assoluto Dominare la Natura, uno dei 3 pezzi “dubbeggianti" che abbiam suonato a Radio Popolare. Credo che sia davvero un bel pezzo: ogni volta che lo suono mi da soddisfazione e ogni volta che lo ascolto se c’è Paolo nelle vicinanze mi complimento con lui per il testo, per il tema di fiati…credo che abbiam fatto davvero un gran lavoro, anche se vorremmo aggiungerci molte altre cose…ma questi sono i limiti dell’autoproduzione!

Presentaci la band please, e dicci un po’ com’è cambiata rispetto agli esordi: nuovi elementi, ecc ecc...

Simone: Da febbraio 2002 gli Amanita Muscaria sono Paolo alla voce, Simone al basso, Matteo alla batteria e Matteo alla tastiera e ai cori. Con noi suona poi una sezione fiati fatta da un sax tenore, Mr. Valerio Beffa e un trombone, Alberto. Fino a dicembre però al posto di Matteo c’era Gabri e quindi non c’era la tastiera ma una chitarra solista. E’ difficile dirti cos’è cambiato rispetto agli esordi perché attorno al nucleo iniziale (Paolo, Gabri e Simone) sono girati tanti di quei musicisti che non puoi immaginare…a volte ci divertiamo a ricordarli tutti…ma ora la formazione è stabile e sembra ci siano tutti i presupposti per andare avanti a lungo. Le ultime parole famose…

A quando un nuovo cd?

Simone: Come ti dicevo prima stiamo vivendo un altro momento di transizione che sinceramente non so dove ci porterà [Adesso lo sappiamo...], questo vuol dire che avremo bisogno di tempo per chiarirci le idee e mettere giù un po’ di materiale nuovo. Per questo motivo abbiam deciso di annullare le date previste al sud per quest’estate per poterci chiudere in studio…sicuramente registreremo qualcosa ma non so dirti se diventerà un “nuovo cd". Sai, dopo 2 anni che giri per l’Italia senza sosta e soprattutto senza l’aiuto di nessuno, 2 anni in cui ti rendi conto che hai creato qualcosa che la gente apprezza e comprerebbe volentieri, vorresti dedicartici con calma e con tutte le risorse (anche economiche!!!) per vedere di riuscire a combinare qualcosa di più consistente che possa interessare anche chi ha in mano il mercato discografico. Ma non è facile finchè rimani nel giro dell’autoproduzione, o meglio dell’autogestione, intesa come totale gestione da parte nostra del progetto Amanita: per farti un esempio il sito lo ha in mano Matteo, io mi occupo dei concerti e della promozione, Paolo e l’altro Matteo delle spedizioni postali di cd e manifesti…questo vuol dire risorse economiche e psico-fisiche che se ne vanno alla grande per garantire solo la base di un solido progetto musicale, capisci che rimane poco per quello che vuoi costruirci sopra…Suonare, suonare, suonare è quello che abbiamo fatto in questi 2anni, ma ora il nostro intento è di comporre un po’ di materiale nuovo senza pensare se sarà ballabile, se si allontanerà troppo da quello che facevamo e che l agente apprezzava….deve piacere a noi e deve essere utile alla registrazione di un cd con cui provare a cercare qualcuno che creda nel progetto Amanita. Per questo motivo probabilmente da settembre le cose cambieranno anche dal punto di vista dei concerti: credo che saranno un po’ meno, probabilmente più selezionati per permetterci di ragionare bene su quello che stiamo suonando. Sai quando fai 6/8 concerti al mese, quando ti trovi in sala lo fai per provare la scaletta e qualche cambiamento qua e là…non c’è molto tempo per fare roba nuova e questo può diventare frustrante perché rischi di fossilizzarti e non avere più il controllo di quello che vuoi suonare.

E da un nuovo cd cosa bisogna aspettarsi? E soprattutto, voi cosa vi aspettate da un nuovo lavoro?

Simone: Sicuramente dei cambiamenti, o meglio degli “abbandoni"…mettiamola così siamo tutti e 4 d’accordo nel volerci lasciare alle spalle le influenze più ska e rock-steady, ma quello che verrà dipenderà dal punto di convergenza in cui ci incontreremo io, Paolo e gli altri due “Mattei", quindi non saprei dire cosa dovete aspettarvi. Posso dirti che noi ci aspettiamo di trovare una strada comune e di registrare, proporre e suonare in giro materiale di cui siamo pienamente soddisfatti.

Il primo concerto che hai visto?

Simone: Non ricordo..però mia madre mi ha portato a diversi concerti quando ero piccolo…se non fosse che m’ha lasciato a casa quando è andata a vedere Bob Marley a San Siro…cmq i miei primi concerti dopo Dire Straits e Little Steven sono stati quasi tutti di gruppi metal: Pantera, Megadeth, Death, Tiamat…strano vero?!?!

Ci si affanna a polemizzare sul quesito fondamentale se gli Ska-P siano un gruppo ska o meno. Metti la parola fine a questo angoscioso dibattito e dicci la tua

Simone: Credo di aver sentito in tutto 4 pezzi degli Ska-P…non sono un loro fan …ma se dovessi dare una definizione direi “ska-rock"…

Da 1 a 10, quanto ti frega se gli ska-p sono ska o no?

Simone: I numeri negativi sono ammessi?

Saluta parenti e amici...

Simone: Ciao!!

A questo punto, come in ogni intervista che faccio, si passa alla fase due: l’incontro di persona.
Siamo a metà luglio e vengo a sapere che gli Amanita Muscaria terranno quello che poi sarà uno dei loro ultimi concerti a Boltiere, località sperduta nella bassa bergamasca. Così, ingaggio la mia avvenente collega Aurora e insieme ce ne andiamo al campo sportivo per vedere la band ed incontrare Simone. Un breve scambio di cd e quattro chiacchiere, tanto per sapere qualcosa del futuro del gruppo. Le tue ultime mail lasciano filtrare una certa aria di separazione imminente.
Si, in effetti diciamo che siamo in un periodo di riflessione. Cambiamenti nella struttura del gruppo e stiamo cercando di capire dove vogliamo andare…

Mi sa di un addio allo ska?

Simone: Cose diverse….stiamo sperimentando, abbiamo idee nuove in testa; mi piace fare anche altre cose. Abbiamo introdotto elementi sperimentali, nuovi…. Un po’ di dub. Sul futuro della band in effetti è presto parlarne, ci vedremo dopo l’estate. Nel frattempo, pausa di riflessione, poi si vedrà…..


Purtroppo al concerto arriva poca gente. Quei pochi però, mostrano di apprezzare quanto proposto. Dal canto mio, che conoscevo, poco, gli Amanita come una ska band all’italiana piuttosto classica, colgo, rispetto alle ultime cose, parecchie divagazioni verso sonorità che tendono ad allontanarsi dallo ska. Bene? Male? Direi bene. Se gli stimoli vengono meno, meglio rimettersi in gioco e ripartire da zero. La mia incazzatura raggiunge livelli celestiali quando, alla prima nota della prima canzone del concerto, scopro che le batterie della macchina fotografica sono irrimediabilmente esaurite. Pazienza, le foto che vedete qui sopra sono prese dal loro sito.
La fase tre delle mie interviste consiste in un improvviso attacco di letargia che mi coglie all’improvviso senza alcun sintomo premonitore. E così dal mio incontro con gli Amanita son passati altri tre mesi. Mesi durante i quali, la band ha sciolto le proprie riserve e ha deciso di sciogliersi. Il perché? Chiedetelo a Simone.
Scusate il ritardo, ma stavolta ho una buona scusa.

 

Sito Internet: www.amanitamuscaria.net

2002

a cura di Antonio Crovetti





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