Skabadip is back

 

Liberator


Il gruppo di punta dello Ska svedese abbandona la musica Ska?
Quattro chiacchiere ad ampio raggio di Rallo "Da Profet" con i Liberator
La città è Milano, il luogo il Rolling Stone.
In occasione del tour di presentazione del loro ultimo CD "Too much of everything" i Liberator nei camerini del suddetto locale. Fervono i preparativi sul palco per l’imminente sound check.
Dei Liberator, oltre che ottimi CD, ho vivissimo nella memoria l‘entusiasmante concerto che fecero al Tunnel quasi un anno e mezzo fa per lanciare il loro precedente lavoro "World Wide Delivery"(1998). Anche in quell’occasione Alessandro ed io li intervistammo.
Robert (il cantante) sembra ricordarsene visto che mi riconosce subito. A parlare, mentre gli altri si sistemano l’attrezzatura sul palco, sono in tre: Robert, Andreas (il sassofonista) ed il nuovo tastierista che parla pure l’italiano.

 
 

Allora, Robert, prima di tutto noto che la formazione è parzialmente mutata…cos’è successo?

Bé, non c’è più il batterista (Johan Holmberg) che se ne è andato per poblemi personali, mentre l’ex tastierista (Erik Wesser) ha mollato per terminare gli studi universitari.

Peccato: niente più musica per lui…

Non in questo momento, non in questa vita, anche se immagino che continuerà a vivere in qualche maniera di musica.

Bene, parlando invece della musica del Vostro nuovo album (Too Much Of Everything), etichettato sempre Burning Heart, e per entrare nel vivo della questione che riguarda anche la recensione che ho fatto per SkabadiP, devo dire che l’ho trovato molto diverso da "World Wide Delivery"; quest’ultimo era infatti senza dubbio un disco "Ska", a 360°. C’era reggae, Ska, dub, rocksteady ed anche un poco di ragga, mentre…

…mentre nel nuovo ce n’è poco.

Bè, in tutta sincerità, al di là dello specifico ambito musicale, vi ho sempre considerato fin da "This Is Liberator" una delle formazioni più interessanti nel panorama musicale a livello europeo per l’immediata distinguibilità del vostro sound, ma direi che "Too Much Of Everything" ha una prevalente influenza di rock ‘n’roll e punk piuttosto che di Ska e reggae…

Ti spiego subito, è una questione di opportunità di scelte, abbiamo registrato molte più canzoni di quelle che sono state effettivamente messe sull’album, e, nello sceglierle abbiamo preferito quelle meno riconducibili allo Ska semplicemente perché ci sono piaciute maggiormente. Potremmo fare un EP appositamente per metterci quelle escluse in futuro…ma sono d’accordo con te: Too Much Of Everything" non è uno disco "Ska".

Non sbaglio, quindi, se dico che i Liberator stanno cercando una nuova fetta di pubblico.

No.

Non credete che potrebbe essere "pericoloso" abbandonare una strada "maestra" quando il vostro pubblico si aspetta che suoniate ancora Ska?

(parla il nuovo tastierista): Ieri, a Torino (prima data del breve tour Europeo che li vedeva il giorno dopo a Lubiana per poi continuare in Germania) c’era il gruppo supporter che era Ska, c’era il DJ Ska e vari skins, insomma c’era un pubblico che si aspettava musica Ska ed invece hanno ascoltato questa nostra strana miscela…

(Andreas) Erano confusi…

(Robert)…ho visto che gli skin, prima a braccia conserte e poi ballare facendosi prendere dal ritmo; dovunque tu vai è sempre diverso. In Italia, ci pare di capire, si esige più Ska che, per esempio, da noi. In Svezia c’è gente che non va ad un concerto Ska perché c’è il concerto dei Liberator! In realtà noi non è che cerchiamo "nuovo pubblico" o un diverso pubblico, ci piace quello che abbiamo, stiamo provando a fare musica diversa.


Io sono pignolo e sospettoso, ho pensato che, poiché l’etichetta che vi produce è nata come etichetta "punk", i Liberator stessero cercando l’attenzione anche del pubblico già assuefatto a musica più dura e tesa. Anche se il vostro Ska non è mai stato particolarmente "soft".

La definizione giusta è "punky-Ska".

Indubbiamente "T. M. O. E." è veramente un buon disco, ma nel recensirlo per la Riddim Review di SkabadiP mi sono interrogato sull’opportunità di farlo a fronte di soli 4 brani direttamente riconducibili alla musica Ska!

Capisco che per il pubblico prettamente Ska la maggior parte di T. M. O .E. possa essere di non immediata ricezione ma c’è anche un pezzo dalle ritmiche tradizionali come "Once You Start (You Can’t Stop)".

Si, è vero, la traccia n.4 è caratterizzata da ritmiche Ska trad. ma sempre, se mi si permettte, nel tipico e personale umore dei Liberator.

Yeah!!

Si, ok, ma in questo ultimo CD c’è anche "Rocker’s Revolution" che è pure uno dei pezzi musicalmente più duri e violenti dell’album…ad essere sincero io preferisco di gran lunga una "Ska Revolution", ma non ditelo ai Liberator, per favore!

(ridono tutti di gusto ed interviene Andreas, il sassofonista) Vedi, c’è un po’ di confusione tra il suono della produzione finale, quello del disco, e quello nostro tipicamente live. Il nostro sound anche quando suoniamo musica dura è pur sempre un suono tradizionale ma succede anche che una melodia particolarmente buona che ci viene in mente sia difficile o non adatta da rendersi su un ritmo Ska e viene spontaneo attingere da diverse esperienze.
(Robert) In realtà, se penso a tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora, mi vien da dire che il nostro non è mai stato uno Ska-beat o un reggae-beat, piuttosto una specie di swing beat, che funziona anche quando le ritmiche si diversificano e che fa comunque ballare il pubblico.

(il tastierista aggiunge)…il sound di questo disco è molto differente dai precedenti lavori ma lo abbiamo fatto anche perché crediato che il pubblico reagirà tanto positivamente quanto noi ci siamo divertiti a suonare. Lo posso dire anche perché mi sono ascoltato praticamente tutti gli album dei Liberator per preparami a questo tour.


E qual è il tuo preferito?

E’ difficile dirlo perché ognuno ha delle sue qualità specifiche, ma sbilanciandomi devo dire cche il mio preferito è "World Wide Delivery"; voglio aggiungere che ora, con la mia acclusione nel gruppo Liberator sono diventati eccezionalmente migliori!

(risate generali)

(Robert) Un altro punto importante è che abbiamo impiegato quasi un anno intero di lavoro per tirare fuori "T.M.O.E.; niente concerti live se non 15 giorni durante l’estate e solo lavoro di studio. Abbiamo dedicato praticamente più tempo a questo disco che a tutti gli altri insieme.

Certo questo è uno dei motivi per cui si sente che è stato fatto un ottimo lavoro dal sound curatissimo e ricercato e ciò viene fuori anche ad un veloce ascolto.

Grazie, siamo infatti molto soddisfatti di Too Much Of.."

Non solo l’aspetto prettamente musicale ha avuto delle modifiche nel senso anzidetto, ma anche i testi dei Liberator sono leggermente cambiati. Sbaglio?

(I Liberator si sono fatti attentissimi e dopo un "A-hà" all’unisono lasciano che gli esponga per esteso la mia opinione)

"W.W.D." direi che è più impostato, come dire…sugli aspetti sentimentali della vita (il rapporto con la propria donna/amante e tutto quel che ne consegue), "Too Much Of.." sembra più tendente a mettere in risalto gli aspetti sociali, criticando certi modi di fare, vivere e far politica.

(sono entusiasti che abbia prestato attenzione ai testi)
In genere la gente non presta una grande attenzione ai test; "Veramente hai ascoltato i testi?

Certo, alle volte mi diverto a cantare assieme a Robert quando è nel mio stereo!

(ridiamo tutti)
Si, devo dire che i testi sono anch’essi di tematiche diverse rispetto al nostro precedente lavoro ma il fatto è che Too Much Of Everything" è un lavoro speciale per noi…è come se avessimo messo tutto quello che sono i Liberator, le loro esperienze di vita, le impressioni, in un unico album…capisci perché si intitola "Too Much Of Everything"? (ridono)

Di questo nuovo Cd mi è piaciuta parecchio la melanconica "21st Anniversary", da dove avete tratto l’ispirazione?

Direi che è una sensazione che spesso si percepisce tra certe coppie di lungo corso: non hanno nulla a che spartire ma sono ormai insieme da troppo tempo, anche perché una volta non era così facile come è adesso separarsi e divorziare, era diversa la mentalità e, quindi, dopo 20 anni di convivenza nonostante sia chiaro che non erano fatti l’uno per l’altra, non hanno il coraggio di lasciarsi!

Mi è piaciuta molto anche "Better Days" che , se non errro presenta un riff di piano dei Madness…

Bravo, te ne sei accorto!
Eravamo così contrariati d’aver copiato pedissequamente la linea dei Madness, ma è una cosa che è venuta fuori da sola suonando il pezzo, anbbiamo trovato che stesse bene e l’abbiamo lasciata, ma la cosa divertente sai qual’ è? Ricordi il titolo del pezzo dei Madness?


(grande imbarazzo del Profeta che ammette) "No, non mi viene in mente"

E’ "One Better Day"

E’ vero! Ecco qual’era…dall’album del 1984 "Keep On Moving"

(Robert accenna la prima strofa ed aggiunge): Uno dei migliori brani di quell’album.

In "Louder Than Words", traccia #8 del vs. nuovo album sostenete che le azioni hanno più impatto delle parole, quali azioni?

Vedi, Sergio, è facile parlare ed è facile suonare il rock ‘n’roll ma è molto difficile fare qualcosa per cambiare veramente le cose. Si possono criticare le persone per come agiscono ma poi, magari, siamo i primi a fare cose deprecabili. Noi critichiamo chi agisce così pur essendo noi i primi a sapere quanto è facile parlare e difficile concludere qualcosa. A cominciare dai politici.

La traccia #10 "Get Yourself Together" è l’emblematico esempio della varietà di generi cui siete andati ad attingere: nella sua struttura ritmica e colore è un vero e proprio Soul/ R&B!

Si, lo è parecchio. E’ stata l’ultima traccia che abbiamo registrato e l’umore di tutti noi era differente…c’è, in quella traccia, anche lo zampino del produttore, che è un chitarrista e che ha suonato la seconda chiatarra…c’è piaciuto molto come è venuto fuori il pezzo.

Nel CD singolo tratto dall’album e dal titolo "Everybody Wants It All" se parliamo di percentuali di musica riconducibile a Ska e reggae suonata dai Liberator, queste aumentano: le due bellissime "It Hurts So Good" e "Heatwave" sono due reggae rocksteady pregevolissimi! Che intenzioni avete allora?

Sono tracce che registrammo all’epoca del singolo tratto da W.W.D. "Christine", non le pubblicammo, ma le avevamo e ci sembrava un peccato non offrirle al pubblico. Abbiamo pensato di utilizzarle ora. Sono state registrate praticamente in presa diretta, con tre tastiere…solo la sezione fiati l’abbiamo aggiunta dopo! E’ stato divertentissimo. Insomma: avevamo queste 2 buone canzoni e volevamo pubblicarle.

Quindi possiamo sperare nella prossima pubblicazione in qualche EP delle tracce Ska non scelte per "Too Much Of…"?

Certo, come ti ho detto abbiamo registrato più tracce di quelle alla fine scelte per questo disco, potremo pubblicarle in futuro.
L’abbiamo fatto anche per "W.W.D."
Rispetto al nostro primo album ("This Is Liberator" CD 1996) abbiamo impiegato molto più tempo a preparare questo. Per il primo considera che lo registrammo in 4 giorni, 2 fine settimana e non avevamo certo un "budget" considerevole! Tutto il resto del tempo lo passammo suonando live.
I Liberator, ad ogni registrazione che hanno fatto, hanno cambiato qualcosa, cambiamo sempre perché ascolti quello che hai appena registrato e pensi a come vorresti che fosse la prossima, cosa aggiungeresti, toglieresti e via dicendo, siamo semprre come in uno sforzo di cercare un sound che sia perfetto, ora ricerchiamo un suono più "live" come in "This Is Liberator", ora più duro come in "Carefully Blended"(mini CD 1997).
Questo nostro nuovo CD dovrebbe essere un nuovo "This Is Liberator", è totalmente un nuovo album, senza guardarci indietro.

Devo dire che i vostri testi, oltre che generalmente seri o cinicamente ironici sono…

..deprimenti! (ridiamo)

direi: per niente allegri!

Penso che sia interessante quando hai una musica carica di ritmo estremamente ballabile con testi del genere…la depressione è sempre stata nel mezzo delle piste da ballo! Hai presente i Pet Shop Boys? Loro avevano dei testi veramente deprimenti ma al contempo erano estremamente ballabili (se non si spiega il loro successo).

e del video clip che non ho ancora avuto il piacere di vedere che mi dite? E’ venuto fuori secondo le aspettative?

E’ divertentissimo! Ci siamo divertiti parecchio a girarlo. Lo programmano su TMC 2.



Che fortuna! Uno dei pochi canali che non riprendo…ed MTV? Sapete, 2 anni fa con gli Hepcat programmati su MTV mi sono detto WOW!, lo Ska tradizionale che attacca le classsifiche del mondo del "pop".

(ridono)

Com’è possibile che però lo Ska non venda? Com’è possibile che nessuno raggiunga le vette delle classifiche come accadde l’ultima volta con il fenomeno Two Tone?

Quando lo Ska nacque in Giamaica, negli anni Sessanta, era nient’altro che musica pop, suonata prevalentemente live. Erano "pop songs" che, come tali, arrivarono anche nelle classifiche inglesi tipo "My Boy Lollipop" di Millie. Potrei dire che l’ambiente un po’ s’è sputtanato da solo, con tutte quelle etichette americane a sfornare dischi Ska uno dietro l’altro…spesso ho sentito gruppi bravissimi, ma ad un concerto in Germania c’è capitato di essere supportati da un gruppo che suonava così male che Peter (il trombonista) ha provato imbarazzo ad iniziare il concerto perché non voleva essere associato a musica così brutta! Ma mi è sembrato che il pubblico gradisse…se non ha swing, è musica che non vale niente!

In definitiva, Liberator, cosa vi aspettate da questo disco?

Innanzitutto cosa mi aspetto dal tour: abbiamo cercato di fare le date più significative, nei posti dove possiamo avere la maggior esposizione per formare o rafforzare quella base di fan che ci seguirà in futuro. Perché è durissimo fare come fanno certe formazioni americane che sono in una specie di tour continuo. Non possono fermarsi, devono guadagnare per vivere ed hanno poco tempo per lavorare come si deve in studio. Questo può portare ad un abbassamento di qualità della musica. Ma non possono smettere di suonare.

Mi stai dipingendo i New York Ska Jazz En. Ed i Toasters che in Italia sono stati per lunghi periodi dei presenzialisti.

Si, è un gran divertimento, ma è una vita veramente dura.

Ah, mi dimenticavo di dirvi che "Cut Back (Will Hit Back)" è un brano che mi è piaciuto parecchio, così "soave" in confronto al resto del disco, un gran bel pezzo soul/reggae…

Penso che ti piacerà parecchio la versione live, è perfetta per te!

Perché?

Perché ti scuoterà in mezzo alla pista da ballo: nell’album ci sono 2 chitarre acustiche, dal vivo abbiamo solo la chitarra elettrica, sentirai una versione differente da quella dell’album.
Potremmo dire che quella live è la versione "SkabadiP" di "Cut Back"!

Grazie, riferirò ad Alessandro che sarà fiero di avere la SkabadiP version di Cut Back.



 

Sito Internet: www.liberator.se

21 Settembre 2000

a cura di Sergio Rallo - foto di Marco Carloni





Per informazioni, richieste, commenti o suggerimenti: info@skabadip.it

Nessuna parte di questo sito web, inclusi testi, suoni o immagini, può essere diffusa o riprodotta in alcun modo,
o attraverso alcun mezzo, senza la preventiva espressa autorizzazione scritta di Skabadip.

Sito ottimizzato per una visione 1024 x 768 con Mozilla Firefox.
© 2006 Skabadip. Tutti i diritti riservati.