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Persiana Jones


Ecco a voi i "Carruozzo Brothers", ovvero Beppe e Silvio dei Persiana Jones, sulla scena dal 1988 con all’attivo una decina tra cd, lp e miny cd, tante partecipazioni in varie compilation, e ben 900 concerti! Indipendenti hanno creato nel 1997 la Uaz Records che produce oggi non solo i Persiana Jones ma anche promettenti band. Diverse le loro apparizioni sul piccolo schermo da Help in compagnia di Red Ronnie a Supersonic di Enrico Silvestrin da Saxa Rubra sulla Rai a Mtv Select solo per citare qualche esempio.
E forse non tutti sanno che la distribuzione di Brivido caldo nel mondo, è stata curata dalla Moon Records di New York, leader mondiale nel campo dello ska, che per la prima volta nel 1997 strinse un accordo con un gruppo ska italiano.
Mille domande non sarebbero bastate per indagare sul segreto della loro musica ma neanche sarebbero servite dal momento che si riassume in un'unica parola: PASSIONE. Cantano, suonano, si scatenano sul palco, scrivono, ma soprattutto sanno comunicare con il loro pubblico e di cose da dire ne hanno tante.

 


 


Da quanti anni esiste il progetto Persiana Jones? C’è un luogo particolare dal quale si può dire abbia preso il via la vostra avventura?

I Persiana Jones sono nati nel 1988 a Rivarolo Canavese, Torino. Prima io (Silvio) e mio fratello (Beppe) facevamo parte di una formazione punk rock all’inglese, poi abbiamo sentito l’esigenza di cambiare direzione, una svolta vera e propria sia dal punto di vista delle persone con le quali suonavamo sia nel genere, abbiamo così cominciato a fare musica in direzione ska.

Dal 1988 ad oggi, quanti concerti avete realizzato tra l’Italia e l’Europa?

A luglio saremo a quota 900 concerti, fatti tutti con un piacere immenso. Abbiamo percorso ad oggi più di 350.000 km!

Scegliere tra 900 concerti sarà difficile, ma ne avete uno che via ha maggiormente emozionato?

Tra i più belli, e ce ne sono stati tanti, direi quello al Roxy di Praga.
Era la prima volta che un gruppo italiano suonava in quel locale e c’era molta curiosità tra la gente. Ci sentivamo quindi un po’ testimoni di un qualcosa e ad ascoltarci c’erano più di 800 persone che non hanno solo ballato ma anche cantato le nostre canzoni in italiano. Comunque come spesso ci diciamo il concerto più bello è quello che deve ancora venire!


Esiste un nucleo storico dei Persiana che scrive testi e musiche?

Si negli anni abbiamo cambiato spesso componenti e il nucleo storico è formato da me, Beppe e Bob Marini. Solitamente le canzoni vengono scritte da noi poi però c’è il contributo di tutta la band quando si tratta di realizzarle e arrangiarle.

Qualcuno vi accusa di non fare più lo ska morbido di un tempo, di essere cambiati troppo, cosa rispondete?

Il fatto è che noi suoniamo quello che ci piace suonare. Siamo i proprietari della nostra etichetta e quindi non siamo vincolati a niente. Seguiamo la passione non il business. E’ vero siamo cambiati, il nostro stile è mutato insieme ai cambiamenti che ci sono stati nella nostra formazione e nelle nostre vite. Credo sia importante cambiare, sperimentare, non fossilizzarsi e diventare le fotocopie di se stessi anno dopo anno. E sono dell’idea che è vero che "Quelli che inseguono non arrivano mai primi". Col passare degli anni abbiamo cambiato più volte fiati e batteria e quindi anche i suoni sono cambiati. Certo se una persona ascolta i nostri primi cd e poi l’ultimo non riesce a capire la gradualità del cambiamento, seguendo la sequenza dei nostri dischi invece si segue la nostra storia.


Da uno ska latino ad uno più veloce quindi?

Si negli ultimi periodi il suono della band si è indurito, non avevamo più stimoli nell’altra direzione e abbiamo deciso di cambiare ma credo che i nostri suoni siamo comunque riconoscibili.

I vostri cd sono sempre usciti in anni dispari, cambierete anche questa "tradizione"?

Già fatto! È vero i cd sono sempre usciti in anni dispari, quest’anno abbiamo deciso di rompere questa tradizione e infatti sta per uscire, a metà maggio, una compilation doppia registrata per la prima volta dopo 11 anni dal vivo. Si intitola "Another Show" dal momento che il primo cd dal vivo del 1993 si intitolava "Show". Contiene 29 tracce e c’è anche un CD-ROM che si può ascoltare e vedere.


Altri progetti per il futuro imminente?

Siamo in tour e abbiamo parecchie date in Italia ma anche all’estero tra le quali la partecipazione ad un festival a Praga il "Planet Roxy" che l’anno scorso ha visto la partecipazione di 20.000 persone!

I Persiana già da tempo sono usciti dai confini della penisola, fin dove siete arrivati?

È difficile dirlo, non sappiamo come ma la nostra musica è arrivata in posti che non potevamo immaginare. Riceviamo mail da tutte le parti del mondo dalla Norvegia all’Argentina e visto che non ci siamo mai stati, e nessun album vi è stato pubblicato, non ci spieghiamo neanche noi il perché di questa sicuramente bellissima e inaspettata diffusione!

Un tratto che vi caratterizza è sicuramente la scelta delle vostre divise da palco spesso alla "Miami Vice", ma so che siete molto pignoli in tutto quello che riguarda l’organizzazione di un concerto.

Ci teniamo molto che il concerto venga bene, deve essere uno spettacolo per chi viene a vederlo. Cerchiamo di curare tutto nei minimi particolari dalle luci al suono, abbiamo una bella squadra composta da un fonico e da alcuni tecnici. Il tutto per trasmettere al meglio alle persone la nostra voglia di suonare e per trasmettere il divertimento che proviamo quando siamo sul palco.


In questa bella avventura ci sono stati dei momenti nei quali avete pensato di dire basta e cambiare totalmente strada?

Ci sono stati dei momenti grigi come credo per tutti i gruppi. A volte pensiamo che sarebbe più rilassante starsene calmi senza andare sempre in giro, poi però ti trovi ad un concerto con tante persone sotto il palco che cantano e ballano che fanno chilometri per venirti a vedere, che ti ringraziano, allora pensi che forse qualcosa riesci a trasmettere e i momenti grigi passano. Poi la musica per noi non è un’occupazione, lavoriamo tutti, la musica è il nostro modo di divertirci e comunicare.

Vi dite qualcosa di scaramantico prima di ogni concerto?

Si di solito ci diciamo "Peggio per chi non è venuto"! Suoniamo con la stessa passione davanti a dieci o mille persone, la gente deve uscire dai nostri concerti contenta, questo è il nostro compito. Ci sono gruppi che appena salgono sul palco contano le persone per calcolare quanti biglietti sono stati staccati e se sono pochi suonano senza voglia.


Ve la sentire di dare un consiglio a chi si è appena avventurato nel mondo della musica?

Notiamo che tutti i gruppi emergenti pensano subito al manager, al contratto, all’etichetta. Ma forse non sanno che per vivere di musica ci vogliono anni di sacrifici non si può avere tutto subito, ecco sono troppo impazienti di "arrivare". Dovrebbero avere meno pretese e vivere la musica come un divertimento, la musica si crea anche sul palco. Poi molti gruppi pensano più all’aspetto esteriore che alla sostanza. E’ difficile trovare un gruppo che trasmette qualcosa di nuovo, sono tutti impegnati nel copiare, ci vuole invece un duro lavoro in sala prove.

Dalla fondazione della Uaz Records avete ricevuto molti cd di nuovi gruppi?

Si, ma pochi che credessero davvero nella loro musica. Spesso poi cantano in inglese e se il cantante non ha una voce più che particolare non ne esce qualcosa di bello. Poi come dicevo prima i gruppi vogliono tutto e subito pensano solo ai soldi e questa fa si che ci siano molte persone che speculano sulle formazioni emergenti.


Come mai spesso cantate in spagnolo? E perché avete fatto la cover di una canzone di Ricky Martin?!

Abbiamo fatto diversi concerti in Spagna poi adesso che nella formazione ci sono ai fiati due musicisti cubani ci siamo avvicinati allo spagnolo ancora di più. Abbiamo rifatto "Livin’ La Vida Loca" di Ricky Martin perché ci diverte fare cover, poi non è male, ci piaceva! Come tempo fa abbiamo rifatto la colonna sonora della soap opera "Beautiful"! La cosa migliore è comunque cantare in italiano, solo così riesci a trasmettere immediatamente le tue sensazioni alle persone, solo così sei vero al 100%. La prova l’abbiamo avuta durante i nostri concerti in giro per l’Europa sentendo le persone cantare in italiano e questo ci ha fatto un enorme piacere.

Volete ringraziare qualcuno?

Ringraziamo le persone che ci stanno vicine, che credono in noi, mogli e fidanzate per prime, soprattutto per la loro pazienza. E poi ringraziamo persone come voi di SkabadiP perché credete nella scena indipendente.

Avete un messaggio per gli amici di SkabadiP che hanno letto tutta la vostra intervista?!

Prima di tutto venite a vedere i nostri concerti! Poi cercate di ascoltare gruppi veri, non quelli da classifica che sembrano creati in laboratorio!



 



Sito Internet: www.persianajones.com

Maggio 2004

a cura di Lea Borelli





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