Skabadip is back

 

8 Gennaio 2005

Laurel Aitken (Club Ska, London)


Il tanto atteso ritorno alle scene del padrino dello ska, il 78enne cubano Laurel Aitken, che da tempo e’ entrato a far parte della storia della musica giamaicana, e’ avvenuto sabato 8 gennaio a Londra, al Rayners Lane, un locale che regolarmente propone con successo serate ska o rocksteady. Questo show era programmato per gennaio 2004, ma Laurel fu colpito in quel periodo da gravi problemi di salute: per mesi la sua vita e’ stata scandita dalle cure in ospedale.
Lo show fu trasformato in uno show di beneficenza a favore di Laurel, perche’ all’epoca non poteva nemmeno parlare, si pensava che non sarebbe mai piu’ potuto ritornare su un palco. Molti artisti parteciparono e il ricavato fu donato a Laurel ed alla sua famiglia. Ebbene Laurel ha provato in questo concerto ad avere la grinta di sempre sul palco ed ha fatto saltare e ballare tutti, provando senza dubbio che non e’ ancora pronto a cedere il posto a nessuno.
Con alle spalle il preparatissimo gruppo dei Pressure Tennents, anche loro come lui residenti a Leicester, ci ha sfiatati per un bel pezzo e ci ha riproposto i suoi classici da ‘Boogie in my bones’ a ‘Bartender’, da ‘Going back to zion’ a ‘Sally Brown’ e un medley di almeno 20 minuti che ha spompato anche quelli che tenevano duro tra i ballerini. Responsabili di questa bella atmosfera anche altri vari personaggi dello spettacolo e altri artisti venuti a rendere omaggio al padrino.


Abbiamo visto Dave Barker che e’ salito sul palco e ha fatto un paio dei suoi pezzi, tra cui ‘Double barrel’, seguito da Dennis Alcapone e poi Rico Rodriguez e Eddie Tan-Tan Thornton, il famoso trombettista dell’Alpha Boy School, con pezzi strumentali, spalleggiati sempre dai validissimi Pressure Tennents, e poi ancora U Brown e Winston Francis. E’ stato un viaggio tra lo ska e il rocksteady che ha mandato tutti in delirio.
Intanto in camerino Laurel si riposava seduto accanto a Duke Vin, uno dei primi sound men inna England e lodato da Count Miller e dai membri di vari gruppi di Londra che hanno suonato con Laurel in passato tra cui i Freetown e i No 1 Station, tutti attorno a lui.
Tutti eravamo contentissimi di vedere Laurel così in forma, anche se in camerino era molto più tranquillo del solito, ma intorno a lui c’era un party in full swing..
Era evidente che il calore dei fans e dei suoi colleghi lo aveva emozionato e quando e’ uscito nuovamente in scena il pubblico e’ andato letteralmente in delirio e l’emozione e’ salita alle stelle. A questo punto e’ arrivata un’altra mezz’ora di ritmi ska indiavolati..


Al gran finale hanno partecipato tutti gli artisti presenti ed e’ stata veramente una serata esilarante.
In questo show, a parte Laurel e Dave Barker, che avevano fatto prove col gruppo, tutti gli altri artisti hanno praticamente improvvisato e sono saltate fuori delle “tunes” ispirate che hanno incantato i già beati presenti e ha dimostrato che questi veterani hanno ancora molto da insegnare alle giovani leve e hanno la stessa energia e spirito creativo. Appena hanno la possibilità di salire su un palco e avere a disposizione un gruppo che ha profonda conoscenza della musica si scatenano e ci fanno scatenare.
Coi veri ritmi, quelli all’origine della musica, senza predicare violenza, senza giudicare e incitare a bruciare niente e nessuno, l’unica cosa che ha preso fuoco quella sera sono state le nostre emozioni.


Appello a Promoters e Organizzatori

Vorrei rivolgermi a tutti coloro che hanno la possibilità di decidere quali artisti ingaggiare per i vari festival o eventi dal vivo in Europa e particolarmente in Italia.
Ultimamente c’e’ molta tendenza a presentare artisti dance hall e ragga.
L’anno scorso in Europa, a parte i vari festival specializzati in “foundation music”, negli altri cosidetti reggae festivals, sul palco si sono avvicendati tutti gli esponenti delle tendenze del momento, a volte nemmeno uno dei veterani.
Eppure non li ho mai visti sfigurare, il pubblico li apprezza sempre e loro non deludono mai. Una cosa e’ conoscere certi pezzi, una cosa e’ vederli interpretati dagli artisti e musicisti originali. E’ un’esperienza imbattibile.
A parte che non tutti gli artisti del momento hanno un messaggio positivo da proporre e quindi forse neanche dovrebbero avere accesso alle masse, ci sono artisti, quelli che veramente erano là agli inizi, quando la musica è venuta fuori dagli studi del ghetto, col poco che c’era a disposizione, quando i riddims si incidevano tutti d’un pezzo e non erano fabbricati a poco a poco in sofisticati ed attrezzatissimi studi. Ci sono artisti che stanno invecchiando e anche morendo e mai sono stati visti in Europa.
Questo e’ il caso di Phillis Dillon, una delle più pure voci femminili dell’epoca rocksteady, scomparsa l’anno scorso.
Gli artisti di quell’epoca che ancora fortunatamente ci restano e sono in grado di lavorare, sanno ancora emozionare il pubblico, hanno ancora tanto da dare.
Non aspettiamo che muoiano per poi riscoprirli solo perchè i DJs, forse gli unici che veramente conoscano il loro valore, pagano loro tributo alla radio.
Diamo loro la possibilità di farci vedere perchè sono diventati chi sono, mentre ancora possono, prima che sia troppo tardi.
E’ giusto che si dia spazio alle nuove tendenze, ma perchè non dare al pubblico anche la vera storia e la possibilità di vedere certi artisti proporre pezzi originali che poi sono stati ripresi fino ai giorni nostri.
Chi può dire di aver visto Delroy Wilson? Jackie Edwards? I-Roy? Barry Brown? Hortense Ellis? Phillis Dillon?
Purtoppo molti altri artisti del mitico Studio 1 e di quell'epoca che hanno contribuito a mettere la Jamaica sulla mappa del mondo sono gia’ scomparsi.
Non dimentichiamo anche che spesso i veterans non ricevono i diritti d’autore per i pezzi che hanno scritto e perciò lavorare dal vivo è molto importante per loro.
Se qualche persona che ha il potere di decidere ci fa un pensierino e decide di proporre un pezzo di storia, si troverà a che fare con personaggi molto professionali, di poche pretese, ed alla tenera età in cui altri nonnetti vanno a ritirare la pensione e al massimo fanno una partitina a domino per poi andarsene a letto presto, da gentili e sorridenti che sono in camerino, quando sono in scena si trasformano in veri e propri animali da palcoscenico.


a cura di Patrizia De Rosa della Roots Rockers Promotions

 



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