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30 Aprile 2005
Rotterdam Ska Jazz Foundation (Leoncavallo, Milano)
Come a Roma il giorno prima, anche al Leonka, c’era poca gente per il concerto dei Rotterdam Ska Jazz Foundation. Anche per la poca pubblicità che gli è stata fatta direi ed anche perché la gente si preparava per la manifestazione del primo maggio del giorno dopo ed anche per la poca fama che ha qui da noi la band. Nonostante ciò, il concerto è stato sicuramente un evento.
Il gruppo, reduce da un vero e proprio tour de force che li aveva visti due giorni prima in Austria, il giorno prima a Roma ed il giorno successivo a Milano (!) dove me li sono potuti godere io, ha dato senz’altro il meglio di sé, com’è tipico aspettarsi da professionisti seri e qualificati come i membri che lo compongono.
La Rotterdam Ska Jazz Foundation ha cominciato a suonare a mezzanotte e mezza passata (era, dunque, di già il primo maggio!) e ha terminato alle 2 meno un quarto.
Per i musicisti, però, l’assenza di una vera e propria folla ha avuto qualche peso solo in termini di suono nell’immenso spazio del centro sociale più famoso d’Italia, dove il sound generale prodotto dalla band dei Paesi Bassi si percepiva un po’ “slabbrato” ed aperto per il tipico rimbombo del luogo. Nonostante ciò, ogni singola battuta, ogni singola nota, è stata perfetta.
Peccato per i bamba che non si sono scrostati dal Baretto dove il buon Vito War li bombardava con gli ultimi gridi della Dance Hall che tanto va di moda; peccato per gli altri bamba che sono rimasti imperterriti a spararsi cannoni nel cortile. E buon per me che ho potuto ballare sfrenatamente per tutta la durata del concerto senza subire neppure uno spintone! Coinvolto, come non spesso mi accade dai potenti ritmi elargiti in un tripudio di ska e rocksteady strumentali dalla RSJF.
Ho, quindi, potuto scoprire - perdendomi nei loro ritmi e nei loro grooves coinvolgenti ed ipnotici - degli strumentisti che vanno ben oltre quel che è dato ascoltare nei loro dischi: una ritmica potentissima che si giova della continua propulsione impartita da un batterista che non si limita a ripetere lo stesso shuffle od il solito one drop; di un chitarrista che m’è sembrato essere in certi momenti un riuscito miscuglio tra Lyn Taitt ed Elmore James!; di un bassista da spavento, con le dita magiche che ad un certo punto ha dato vita ad un incredibile assolo percotendo le corde del suo strumento con il pollice manco fosse Mark King dei Level 42 e facendo invidia a molti “guitar hero”; infine, di un tastierista perfetto come perfetta era la sua somiglianza a Bill Gates!
Infine se il buon Arjen al trombone (leader della band insieme al batterista come si può apprendere dall’intervista fattagli prima del concerto) mi ha positivamente impressionato, il trombettista/flicornista mi ha lasciato di stucco, rivelandosi un acutista di classe in grado di sparare note inaspettate. Mentre Sybren Bijeveld (soprano, alto e baritono non ha fatto sicuramente sentire la mancanza di Bert-Jan de Wagenaar (tenore, assente dal palco ma presente nei dischi) con uno stile be-boppeggiante e con un continuo levare che pompava energia in quasi ogni traccia.
Momenti leggendari: “Magyar Posta”, le versioni impressionanti di “Chinatown” e “Life Wire” e la stessa “Sunwalk”. Gruppo da non perdere che in molti si son persi.
Il giorno dopo la gente andava a vedere De Gregori ed i nuovi gruppi del punk/rock italiano al concerto del primo maggio…
Tanto i RSJF mi hanno entusiasmato dal vivo che, pur avendo la copia promo del CD Sunwalk, gentilmente inviatami per la recensione da parte della Grover, che non ho potuto fare a meno di comprarmi il vinile, sicuro che il suono jazz della Rotterdam Ska Jazz Foundation acquisti maggior intensità e calore.
Viva lo Ska!
a cura di Sergio Rallo
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