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22 Luglio 2003
Toots Hibbert (Babylonia, Biella)
L’ospitalità del Babylonia di Biella e del suo titolare Aldo, che da un decennio si fa un paiolo terribile per far venire in Italia formazioni che altrimenti non avrebbero mai sfiorato il territorio nazionale, è rinomata.
Lo è stata anche questa volta, tributata da un caldo pubblico, che ad umidità 100% non poteva essere in diversa condizione, ad uno scoppiettante Toots Hibbert.
Inizio a balzelloni dovuto, lo scoprirò parlando con il citato Aldo, al mancato sound check, causato non da un ritardo ma dalla mera, inesplicabile, volontà della band che, quindi, lo ha fatto durante i primi due pezzi con tutti i conseguenti, prevedibili problemini tecnici che, però, non sono riusciti a guastare una serata che Toots, per la prima volta in Italia quest’estate, ha reso comunque speciale.
Lo ha fatto ripassando tutto il suo illustre repertorio con qualche grave omissione (Bla Bla Bla, It’s You e Brodway Jungle) ma tante altre fantastiche canzoni come Monkey Man, Bam Bam, Pressure Drop, 54 46 o la bellissima "Sweet and Dandy" che hanno fatto scatenare il pubblico in forsennate danze, cori all’unisono, passando in molte di loro da un sostenuto "toots rock reggae", come lo chiama lui, a veloci e sfiancanti ska.
Esperienza elettrizzante sentire cantare dal vivo il mitico Toots, specialmente quando interpreta per l’ennesima volta con tutto il soul di cui è capace "Get Up Stand Up", "Time Tough" o le memorabili "Funky Kingston" e "Take Me Home Country Road". Dopo abbondanti 2 ore di concerto, parecchi litri di sudore dopo il suo inizio, lo spettacolo termina con un bis a base del martello "Reggae Got Soul".
La voce di Toots Hibbert è vibrante, viene dall’anima, lui fa cantare il pubblico perché il canto corale è, nella sua filosofia, un atto di purificazione collettivo.
Nonostante ciò, sarei un bugiardo se non ammettessi che, pur essendoci valide coriste, la mancanza di Releigh Gordon e Jerry Mathias si sente e devo anche ammettere che un’altra grande emozione della serata dei Maytals al Babylonia è stata quella di sentire suonare dal vivo una vera e propria icona della musica early reggae come il bassista Jackie Jackson,
unico presente di quella grandiosa formazione costituita da Paul Douglas alla batteria, Winston Wright alle tastiere e Hux Brown alla chitarra ritmica e Carl Harvey alla chitarra solista che ha accompagnato i Maytals nei dischi e concerti più belli degli anni ottanta e, alcuni di loro, già dal 1968 quando il loro nome d’arte era The Dynamites!
Con Toots and the Maytals (lui, però, lo ha pronunciato con mia sorpresa "mitals"), si conclude un luglio inatteso ed intenso per soddisfazioni musicali e conseguenti ottime vibrazioni: Jimmy Cliff al PalaMazda di Milano il 13, i Jamaican Allstars a Cuneo il 19 e Toots a Biella il 22 non me li dimenticherò facilmente. Come il caldo che,
in aggiunta alla musica tosta di cui mi sono letteralmente strafatto, fa di quest’estate 2003 la più calda che mi ricordi. Ce il Bon Dio porti refrigerio a tutti voi, buone vacanze.
a cura di Sergio Rallo - foto di Marco Carloni
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