Skabadip is back

 
#-A-B-C-D-E-F-G-H-I-J-K-L-M-N-O-P-Q-R-S-T-U-V-W-X-Y-Z-COMPILATIONS

 
 

The Adjusters - "Otis Redding Will Save America"  
(CD - Grover Records - Germania, 2003)


Sempre pieni di fantasia nel miscelare sapientemente soul, funky ed anche hip hop con vari ritmi di origine giamaicana gli Adjusters di Chicago sono tra le migliori realtà “dance” del nostro genere.
Sempre “militanti” nei testi, anche questo loro terzo album gronda impegno sociale e, dopo l’apertura con uno strumentale funky/ska intitolato “WTF Ska”, prosegue con una bella canzone soul/hip hop dal titolo “Gun” e procede con il soul reggae “Can’t See the Light” in cui c’èi come guest star dr. Rin Ding. Tutte le canzoni hanno il comun denominatore delle belle voci di Daraka Kenric e Jessica Basta.
Quando poi gli Adjusters si danno alle cover ti avvolgono con una brillante versione di una delle più belle canzoni reggae/soul mai scritte e che non è una di Marley ma di Stevie Wonder ovvero “Master Blaster”.
Poco interesse (ma che strano!) suscitano in me tracce come “If You”, “Boomstick” o “The Fightback part II”, che sono vero e proprio hip hop, mentre nonostante lo sfoggio di tecnologia è stato in grado di entusiasmarmi lo strumentale  “Mumia in Tibet” che è uno ska dub pieno di effettazzi come lo sono stati i reggae “Monkey Hate Reggae” e “Loose Version”.
Di stampo hip hop/ska è “When Things Fall” la cui versione strumentale è quella che apre l’ascolto di questo “Otis redding Will Save America” che si conclude, invece, con un gran bel reggae classico dal titolo “It’s Like That”.
“Otis redding Will Save America” eccetto per i suddetti indugi nell’hip hop è comunque un buon disco da ballare ed ascoltare soprattutto per chi ha un interesse in certo funky soul ska hip hop alla Maroon Town od alla Messer Banzani.
Senz’altro collezionabile.

Sergio Rallo




 
 

Agua Calientes - "Surfin’ Ska"  
(Mini CD - Toast - Italia, 1998)


Novità Novità Novità! È difficile che il Rallo si sorprenda nell’ascoltare i prodotti di altri gruppi dato il marasma di nuove produzioni degli ultimi anni. Ma positivamente sorpreso è rimasto nell’ascoltare "Surfin’ Ska", mini-CD degli abruzzesi Agua Calientes.
Un po’ come la Famiglia Rossi, è fondamentalmente un gruppo che suona tanta buona musica e anche Ska. Per quanto riguarda il non Ska, si distinguono con un ottimo pezzo Soul "Tide" che non ci coinvolge più di tanto ma che siamo in grado di apprezzare soprattutto per l’arrangiamento dei fiati molto potente e per la vigorosa linea di basso. Mentre "Azul" è un brano che difficilmente riuscirei a classificare, non avendo la conoscenza necessaria, ma che mi piace veramente parecchio e che crea nella stanza in cui l’ascolti una piacevolissima atmosfera, merito anche della bella voce femminile.
Noi, essendo strettamente di parte, propendiamo per lo Ska di "Race", in cui il cantante Vincenzo rende al meglio la propria voce e dove ci piace parecchio il ritornello della voce di Danila. Chiudiamo con "Patsy Skaze" che ci fa ricordare nel giro dei fiati qualcosa dei Mr. Review, pur sembrando, lo stile degli Agua Calientes, leggermente più duro, forse anche soltanto per la scelta dei suoni con cui hanno registrato le canzoni.
Benvenuto lo Ska abruzzese sulle pagine di SkabadiP!

Sergio Rallo




 
 

Alpha Boy School - "Big Fight"  
(CD - Elmo Records - Germania, 2003)


Strano nome per una formazione che non ha nulla a che fare con lo ska tradizionale al quale, per ovvie ragioni, un potrebbe immaginare che essi si richiamino.
Invece, il leader di questa nuova formazione è l’ex chitarrista e cantante (Karsten Riedel) di una delle band di stile Two Tone che più mi hanno entusiasmato all’epoca dell’università, ovvero The Frits.
Sarò, quindi, influenzato da tale circostanza però questo debutto di Alpha Boy School mi ricorda lo stile del citato gruppo del loro ultimo e poco fortunato album (Not Enough For You): bello ska e reggae moderno e pulito.
Intendiamoci, la tradizione è alla base dell’ottimo lavoro contenuto in Big fight, lo si percepisce sia dai rocksteady reggae “Big Fight” e “I Don’t Know” (che sembra frutto dei Soul Vendors piuttosto che di un gruppo tedesco) sia dalla versione strumentale (non capisco perché divisa in due) di un classico come “Summer Time”.
Vero ska alla maniera tipica dei The Frits sono “Why Do You Have To Go”, “Nothing To Lose” (sottotitolato tribute to the specials) e, tra i bonus tracks tratti da 45 giri d’esordio della band, la bella “With All My Friends”.
Alpha Boy School mi piacciono.

Sergio Rallo




 
 

Alpha Boy School - "No Interest"  
(CD - Grover Records - Germania, 2003)


Il nuovo album dei tedeschi Alphaboyschool si intitola "No Interest" ma, nonostante il nome e nonostante proprio la title track non sia la traccia migliore, è un disco interessante.
Lo ska moderno che propongono gli Alphaboyschool, infatti, è meglio rappresentato dalla veloce "Stranger", dalla potente "Don’t Count On Me" o dalla bella "Jealousy".
Fiati e tastiera in buona evidenza caratterizzano anche "Tell Me Your Name" un altro ska, mentre la tensione si smorza con il reggae pop leggero "I’m Ok" al quale ultimo segue il bello ska/reggae "Just One Minute" la traccia che gradisco di più.
L’inizio di "Best Thing Of My Life" tradisce fin da subito un gran bel northern soul godibilmente ballabile.
Veramente bello è, poi, anche lo slow ska che segue intitolato "Feel So Good".
Alphaboyschool, avvicinandosi alla fine del disco, raccolgono il mio incondizionato plauso con la loro versione ska di "Boys Don’t Cry" dei Cure (W gli anni ’80!) e con la bella canzone intitolata "What Do You want From Me" potente e orecchiabile come certe tracce dei vecchi the Frits di cui Karsten Riedel, leader ora degli Alpha, era chitarrista e cantante.
Sul medesimo stile è costruita "Quit That" che conclude il lavoro degli Alphaboyschool per la Grover e che conferma il positivo giudizio che mi son fatto di questa band.

Sergio Rallo




 
 

Amplessi Komplessi - "Fuori dalle Skatole!"  
(CD - Contro Canto - Italia, 1998)


"Francesca", prima traccia di questo cd degli Amplessi Komplessi, dà bene l’idea di che genere facciano gli A.K.: Ska incazzato, con fiati potenti ma mai con velocità esasperanti, poca melodia vocale – alle volte sembrano molto simili una canzone e l’altra- ma, come è usuale per molti gruppi Ska, anche Reggae, molto onirico come "Compagni di Lotta Partigiana" anche se i luoghi comuni diventati testi, denotano una creatività decisamente poco originale trattando un argomento "difficile" e tenuto conto di quante canzoni di quanti cantautori l’hanno trattato.
Meglio, in testo e musica (Ska – Ragga), "Skango", rockeggiante "Nuova Era" ed il brano più interessante ( sempre a mio modestissimo parere) "Liscio & Busso" concludono l’elenco dei 10 brani di Fuori dalle Skatole.
A me basta che gli altri non me le rompano mentre mi ascolto lo Ska!

Sergio Rallo




 
 

Archita - "Barrio Ska"  
(CD - Alma Music/Ossigeno - Italia, 2004)


Limpida, pulita, lineare sono aggettivi ben attribuibili alla musica degli Archita, tosta formazione piemontese, come testimonia "Barrio Ska", il loro primo album ufficiale.
Composto di 12 tracce facilmente attraenti "Barrio Ska" echeggia qua e là Giuliano Palma in "Con Te", i Ladri di Biciclette di Belli ed il Sommo Buscaglione in "Miss Temptation" (detto tra parentesi: veramente carina), Bad Manners/Two Tone in "Blacksheep" (un efficace ska/rock moderno con un pizzico di ragga che ho gradito veramente molto), Fratelli di Soledad/Filo da Torcere in "Skatafascio" (l’unica che definirei banale di tutto Barrio Ska ma che, nondimeno, riscuote vasto successo dal vivo), Skatalites e Marley in "Suona Ancora", certo pop moderno italiano in "Scivola" (uno dei lenti cantati in italiano più belli che abbia recentemente sentito) e nell’ottima, orecchiabilissima, "Il Trucco" o, più semplicemente, i Vallanzaska in "Cassius Clay".
Tutti direi sono echeggiati piuttosto bene perché gli Archita ci sanno fare: il loro ska moderno con forte base tradizionale si lascia permeare da svariate influenze senza mai perdersi o snaturarsi, neppure nelle poche tracce più rock.
Mi pare di capire che la band, come ogni gruppo di artisti che sia effettivamente tale, è alla ricerca di un "sound" diverso, di melodie, testi ed atmosfere "giuste" che qua e là, infatti, emergono in Barrio Ska pur non concretizzandosi del tutto.
Consigliato agli appassionati di ska moderno cantato in italiano e con una marcia in più.

Sergio Rallo




 
 

Archita - "TNT"  
(CD - Puzzle Studio - Italia, 1999)


Esordio digitale con un mini CD con otto brani che poi sono sette per questa simpatica formazione. Gli Archita sono una notevole Ska band di Torino.
A spasso da parecchi anni e con notevole esperienza acquisita qua e la nello stivale e nel vecchio continente. Esistono da sei anni ma non è che la loro popolarità sia mai salita alle stelle. Strano perché secondo il mio parere meritano. Lo stile è decisamente vario e personalizzato. Le idee sono gustose e il disco viene digerito tranquillamente. Si va dallo Ska “chugga chugga style", allegro e sparato, di “Skatafascio", a brani più pacati e rilassanti come “Waiting For", la bellissima “Everything’s Allright", la strumentale Rocksteady style “A casa di Mil" e la divertente “Bikini". Tanto incomprensibile quanto inutile “Puzzle Mix" in cui vengono inseriti in un frullatore vecchi brani della band in una maniera che ti fa venire il mal di testa e salti il brano. Simpatico omaggio agli adepti dello ska-core-punk-death-metal-rasta-freak-dub-rap in “Babylon Style".
Da amante della brass section, mi permetterei di suggerire di dar più spazio ai fiati con un bel trombone o un bari-sax di quelli gutturali. Valgono comunque una menzione particolare Jerry Figliola ed il suo sax, davvero notevoli.
Particolare e consigliato.

Antonio Crovetti




 
 

Arpioni - "Buona Mista Social Ska"  
(CD - Gridalo Forte Records - Italia, 2001)


Alessandro, che notoriamente è un ipercritico, pragmatico, nervoso e pappone [caz..perché sempre queste intro balenghe? Vieni al sodo se no mi arrabbio e le pupe mi scappano!] mi scrive dopo che ero riuscito a fargli ascoltare questo disco. “quello degli Arpioni è un disco di classe", mi dice. Assicuro che sentire lui che si sbilancia fino a questo punto può significare soltanto che qualcosa ha scosso il suo animo. Per una volta ha tutte le ragioni di questo mondo. Il nuovo disco degli Arpioni è un disco di classe.
Così, in occasione del decennale della band (Scarpellini è ormai brizzolato!!), il gruppo bergamasco ci regala per natale una produzione ottima, qualità strepitosa (il solito Kaki Arkarazo al mixer), in confezione superlusso, con ospiti D.O.C., e ska come se ne sente poco. Andiamo con ordine. Si tratta di un disco di cover di vecchi classici (e non) della canzone Italiana, cosa che di primo acchito può far storcere il naso e aprire dibattiti su quanto sia poco creativa la scena ska nostrana. Invece no, niente di tutto ciò. Si tratta di molto di più che prender un pezzo anni ’60, attaccarci una chitarra che fa cicchi cicchi, tromba, sax e trombone e farci un disco. Al di là della qualità della produzione, piuttosto rara qui da noi, gli arpioni si sono inventati arrangiamenti davvero unici e originali, degni di una band con esperienza e maturità da vendere. Pezzi scelti non a caso, ma adattabili di volta in volta perfettamente ai vari ospiti presenti nel disco e alla filosofia politica della stessa band.
I brani sono 9, pochi si potrebbe dire, ma tutti di ottima fattura. Ospiti altisonanti e non. Si va da Tonino Carotone, splendido in “Guarda che luna" a Begona Matu dei Malarians, da Sandokan (Ramiccia, Radici nel Cemento, Fermin Muguruza) a Dupe dei Jamaican Red Stripe a Maria Pilar Aranguren, corista di Carotone e splendida interprete di Parole Parole.
Nel complesso, oltre a ribadire che si tratta di un disco splendido e da avere a tutti i costi segnalo “Taxi Nero", colonna sonora della mia pubertà, “Ma mi" da cui è stato anche tratto un bel video e “Piove" di Modugno. I brani sono comunque tutti da godersi in santa pace. Inutile fare scalette di merito. Un vero peccato la dipartita dal gruppo di Ricky Capelli, il Rolando Alphonso della Val Brembana. Buon ascolto.

Antonio Crovetti




 
 

Arpioni - "In Mezzo Ai Guai"  
(CD - Gridalo Forte Records - Italia, 1998)


Barricadero per definizione ("dedicato a chi non vuole rinunciare all'utopia" è scritto all'interno della copertina) gli Arpioni di Bergamo non abbandonano dopo 8 anni di concerti l'anima combattiva che li ha contraddistinti anche in "Papalagi" del 1995. Con "In Mezzo Ai Guai" (registrato, mixato e masterizzato da Kaki Arkarazo), prodotta dalla militante Gridalo Forte, assistiamo ad un'evoluzione decisa verso un suono più maturo con forti orientamenti verso il Traditional Ska: la sezione fiati è più puntuale, il levare più omogeneo per la fusione unisona di chitarra, tastiera, fiati e charleston; alla voce l'intervento di Carla Bonalume e Stefano Ferri si è fatto più sicuro e armonioso.
Il brano che dà il titolo al cd è forse il migliore, un rocksteady fosco, notturno, con un finale a base di cornamuse stile Trojans in "Arna-fari" (Scotland the brave). Rimangono impresse nella mente anche "Misura standard", un brano strumentale ben eseguito che richiama in maniera palese l'insegnamento degli inossidabili Skatalites, "La sinistra", una critica da "sinistra" alle forze parlamentari che hanno la pretesa di difendere i più deboli. Poi si può segnalare "Insumision", registrata all'osteria Suonovino nel parco di Redona (BG), antimilitarista per vocazione e per diletto.

Tomaskarini




 
 

Arpioni - "Un Mondo in Levare"  
(CD - Gridalo Forte Records - Italia, 1999)


Terzo CD per i miei concittadini bergamaschi Arpioni, dal titolo emblematico e che mantiene le promesse col susseguirsi delle tracce.
Qualche novità nella formazione, con nuovo batterista, nuovo tastierista ed ennesimo cambio nella sezione fiati, sempre capitanata con gran classe dall'original rude boy della Val Brembana, Riccardo Capelli. La voce è ora sostenuta dal solo Stefano Ferri, data la definitiva fuoriuscita dalla band di Carla Bonalume, ora mamma a tempo pieno.
Undici brani per un totale di 42 minuti di Ska di ottima fattura (un paio di pezzi in più non avrebbero guastato) tendenzialmente più veloce e ritmato rispetto ai precedenti lavori, anche se non mancano incursioni convincenti verso sonorità più rocksteady. Molto curata la qualità del suono. Disco registrato nei Paesi Baschi, dove gli Arpioni credo abbiano la cittadinanza onoraria per il loro supporto incondizionato alla causa della gente di quelle parti.
L'aria che si respira in questo disco è di quelle salubri, da assaporare a pieni polmoni, con uno Ska trascinante, molto curato specie nella sezione fiati, che si inventa riffs da pelle d'oca in più di un brano. Cito Monkey Man In Mexico, Ti Regalerò (il mio prefeito), tanto per fare un paio di esempi. Un solo brano strumentale, la splendida Jingle, con melodie da fischiettare mentre ci si rade al mattino. Una cover, Una Carezza In Un Pugno del molleggiato nazionale, rilassante ed in stile 100% rocksteady. Menzione speciale per Yayabo-Ska, brano in stile Scofflaws, Nuvoloni, Il Sol Dell'Avvenir, Alibi, brani militanti (pure troppo) e sempre di ottima qualità.
Come si può intuire, i testi sono prevalentemente sul genere impegnato, cosa che può piacere o meno, convincere o meno; considerando invece il solo l'aspetto musicale, direi che gli Arpioni occupano ormai un posto fisso ai vertici del panorama ska italiano e non solo, dove in 10 anni di attività si sono costruiti uno stile tutto proprio.
Non vorrei esagerare ma direi che questo è un gran disco, uno di quelli da non perdere ed eventualmente portare nel nuovo millennio, visto che va tanto di moda.

Antonio Crovetti




 
 

The Articles - "Flip F’real"  
(CD - Moon Ska Records - US, 1997)


Molto, ma molto brillante debutto di questa ennesima band americana. Solito stupore: quando sembra che ormai nel mondo della musica Ska sia stato già detto tutto, eccoti la formazione degli Articles sfoggiare un brillante album di musica strumentale. Ben quattodici pezzi di ottima musica proposta con gusto che fa capire l’intenzione del complesso: creare nuovi "groove" a partire dall’esempio dei già mitici "New York Jazz Ensamble".
È un dato d’ascolto, più che di fatto, che gli Articles si muovano sulla strada aperta, negli Usa, dai NYJE. La scelta delle cover è attenta ("Srcapple From The Apple" di C. Parker, "Well You Needn’t" di T. Monk, "Blue Monk" di T. Monk, "Spread Satin" degli Skatalites e la cover super Reggae-stylee della ipnotica "Ska’s the limit" di Laurel Aitken che in origini è uno degli strumentali tardo Ska inglesi più belli che io abbia mai ascoltato). Le influenze decisive per questo gruppo del Minnesota, sono poi da ricercarsi per le atmosfere create in quel variegatissimo genere catalogato come Cocktail o Lounge Music che è un calderone di generi musicali degli anni ’60 identificabile con la maggior parte delle colonne sonore dei film Polizieschi, Soft core o di spionaggio degli anni ’60, musica alla quale il genere Ska deve senza dubbio parecchio.
Pezzi imperdibili, oltre ovviamente a Ska is the limit, la traccia numero due "Starsky", la latineggiante "Octa Samba". Interessantissimi gli arrangiamenti in cui il jazz la fa da padrone.
L’unico che non convinve il sottoscritto è il trombettista, che funziona perfettamente in sezione ma non mi soddisfa nei suoi a solo.
Consigliato a chi apprezza Hepcat, Skatalites vecchi e nuovi, Ska Flames, Rico Rodriguez e via di questo passo. Di nessun interesse per tutti gli altri.

Sergio Rallo




 
 

Askers - "In Movimento"  
(CD - Etnoworld - Italia, 2003)


Non male gli Askers la cui maggiore ispirazione sembra arrivare dallo ska soul dei Casinò degli esordi.
Tra tradizionale, swing, intrusioni nel dub, lo stile degli Askers è già ben delineato anche se non ancora personalizzato e tenuto insieme da un solido ska come in “Come Back” la canzone che apre l’album.
“Solo Fedeltà” è uno ska swing ispirato a Ray Gelato il cui nome viene pure invocato e che ricorda anche il maestro Paolo Belli (Ladri di Biciclette) ed in cui risalta l’ottimo “skat” del dotato lead vocalist.
Non capisco perché (ma è solo un dettaglio) la quarta traccia di “In Movimento” si intitola “Calypso Soul”, sapete uno si aspetterebbe quantomeno una melodia “calypsonian” mentre si tratta di un buono ska soul che col calypso non ha nulla a che vedere se non, appunto, il titolo.
Resto stupefatto quando sento la versione ska di “Io Che Non Vivo (Senza Te)” un lento sentimentale anni ’70 che non mi sarei mai aspettato di trovare in un disco di una ska band del 2003, coi complimenti rinnovati al bravo Andrea Andreoli per l’interpretazione.
“Doctors Sails To Jamaica” è, invece, uno strumentale senza infamia e senza gloria ma che acquista punti al momento degli assoli precisi e gradevoli. “Our Love Is True” è un altro ska soul, mentre “Tandem” è un veloce ska moderno con inciso ragga, cantato in italiano e non dissimile da certe melodie care ai milanesi Vallanzaska.
Carina anche “Quadrophenia” che trae ispirazione dal cult movie omonimo, in italiano con ritornello in inglese e che, come quella che la precede, è un veloce ska moderno. Conclude l’ascolto di “In Movimento” uno strumentale ska jazz intitolato “Up to 11th” che, pur rivelando un bell’intervento di chitarra, del piano e dei fiati, ha la pecca di risultare caratterizzato da una melodia palesemente “già sentita”.
Senz’altro un buon inizio.

Sergio Rallo




 
 

Askers - "I Want You For Ska!"  
(Demo CD - autoprodotto - Italia, 2001)


Dalla provincia di Bergamo ecco gli Askers, nuova formazione italiana di Ska moderno che mi manda il proprio 1° demo dal titolo I.W.Y.F.S., ovvero 8 brani di cui 7 cantati, uno strumentale, 4 in inglese, 3 in italiano ed uno senza parole.
Che dire? Oltre a qualche incertezza ritmica e sul tempo (cosa che sparirà con notti insonni di pratica dal vivo), tra Ska veloce e con un tipico sax solista alla Madness, gli Askers marciano a cori un po’ da stadio come in “Galli’s Problem" ma lasciano spazio agli strumenti come nell’inaspettato ponte tratto da Grase dove risalta la tastiera.
I ritmi sono sostenuti, alla maniera di certi gruppi Ska d’Oltreoceano, ma gli Askers sono in grado di lasciarsi andare a gentili Ska/Pop dalla base indubbiamente tradizionale e dalla melodia facile facile come “Every Time Every Where" o “All Is Yours".
Gli Askers mi lasciano, poi, senza parole con la cover di “Take On Me" dei nordici A-Ha gruppo Pop della fine degli ’80 che qualche nostalgia di Burghy e degli aperitivi al Nazionale fan venire. Anche se la versione Ska è meglio dell’originale; anche se gli stacchi del bridge denotano la poca precisione della band; anche se il cantante che, in particolare in questo brano, dimostra di avere delle notevolissime capacità che sarebbe doveroso da parte sua “regolare" insieme ai cori che, meglio curati, renderebbero la musica degli Askers molto più incisiva.
Non mi piace il sound finale che varia anche da pezzo a pezzo, le indecisioni, in fase di mixaggio, si pagano.

Sergio Rallo





 



Per informazioni, richieste, commenti o suggerimenti: info@skabadip.it

Nessuna parte di questo sito web, inclusi testi, suoni o immagini, può essere diffusa o riprodotta in alcun modo,
o attraverso alcun mezzo, senza la preventiva espressa autorizzazione scritta di Skabadip.

Sito ottimizzato per una visione 1024 x 768 con Mozilla Firefox.
© 2006 Skabadip. Tutti i diritti riservati.