Skabadip is back

 
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Water Tower - "Antiossidante"
(Mini CD - autoprodotto - Italia, 1999)


Questo mini cd che contiene 5 brani me l’ha dato uno del gruppo, ci teneva che l’ascoltassi, prudente mi ha anche detto: "Ti farà cagare…". Beh, ero al Bloom, mettevo dischi non certo del genere contenuto in "Antiossidante: era una previsione facile.
A chi gradisce musica urlata, per lo più un non originalissimo h.c./ punk con qualche accenno di Ska, il disco di questo gruppo di giovani comunque volenterosi può andare a genio; io, e SkabadiP con me, sono un appassionato di Ska, per me un nome-contenitore, in cui rientra tantissima musica ma nel quale non troveranno mai spazio altri generi che stazionano in altri "contenitori".
Come quello suonato dai W.T. Sono giovani e con mio piacere molti si avvicinano alla vera musica Ska, il Rocksteady ed il Reggae proprio cominciando a suonare h.c., h.m. o Punk, tra un po’ di anni vedremo.
Nel frattempo del cd posso dire che, oltre ad appartenere ad un genere che conosco poco, denota che le idee dell’autore dei testi sono poco chiare: il disco inizia con "Ammazzalo!" e dopo un pezzo c’è "No War!"…mentre carina è l’idea di dedicare una canzone agli indomiti pompieri…più profondi di quanto ci si aspettasse.

Sergio Rallo




 
 
 

Water Tower - "Saloon"  
(CD - Sano Sound - Italia, 2001)


Col solito ritardo recensisco questo cd arrivatomi tramite interposte persone. Pertanto, ringrazio i Watertower e Marco, il mio pony express di fiducia.
Si tratta di una band brianzola, piuttosto arrabbiata con un po’ tutti e dal look poco rassicurante…….. Molto attivi sul lato live on stage ed alla prima uscita ufficiale dopo un paio di demo.
Ska-core all’80% (il restante 20% è hardcore senza ritegno) con sprazzi di discreta originalità, cori, stacchi e cambi di ritmo repentini, conditi da una spolverata di atmosfera countryeggiante.
Testi tra l’impegnato (un po’ inflazionati) e dementi. Meglio i secondi dei primi in questo caso. I brani sono 8, più una traccia nascosta. Spiccano “l’estate", “parenti serpenti", e “stop", la mia preferita.
Niente di trascendentale ma non male come debutto. Preferirei una chitarra meno cattiva e meno ripetitiva e, come sempre, una sezione fiati degna di questo nome. Nel cd è tutto lasciato in mano ad un trombone (Spizzy, recentemente scomparso in un incidente), cosa che trovo piuttosto incomprensibile.
Non male come debutto ma visto che un nuovo cd pare sia nei programmi prossimi venturi, ci si aspetta grossi miglioramenti.

Antonio Crovetti




 
 
 

Winston Jarret & The Righteous Flames - "Unity and Livety"  
(CD - Roots & Culture Records - US, 1998)


Questo cd potrebbe intitolarsi anche Showcase, essendo un’ampia raccolta di canzoni(ben 20!) che spazia dalla fine dei 60 a tutti i 70.
Winston Jarret, già back vocalist di Alton Ellis nei the Flames, ci assicura che, per ogni canzone del cd, lui ha personalmente scelto i musicisti per le session e, guardando il personale accreditato, certo non poteva cercare di meglio: le ritmiche sono fornite o dai fratelli Barrett o da Sly & Robbie, alla tastiera Winston Wright e Gladstone Anderson al piano e Redcliff Bryan alla chitarra, cito solo i più famosi.
Unity and Livety è un disco prevalentemente "reggae": c’è una bellissima This Feeling Of Love che Jarret canta in uno stile che ricorda quello soul di, guardacaso, Alton Ellis; c’è Man Of the Ghetto, ai più nota nella versione di Phillis Dillon (Woman Ghetto) ma di cui si attribuisce la paternità il nostro Winston; Where is the Ark e Jungle Collie sono tipicamente reggae anni Settanta, i testi sono rasta e meditativi; nello stesso stile rientra anche una di quelle che mi piace di più cioè Sheriff and His Deputy (" Una mattina arrivano lo sceriffo ed il suo delegato, vedono il mio calice e tagliano il mio albero di ganja…").
Dopo l’inno rasta Unity, si sente il salto indietro nel tempo fino alla fine dei Sessanta con Bangarang, versione dell’omonima canzone accreditata a Lester Sterling e Stranger Cole e prodotta da Bunny Lee ma io preferisco (sacrilegio!) la versione dei Righteous Flames, mi piace di più lo sconosciuto sassofono che abbelisce la parte originariamente fatta da Sterling; segue un altro dei pezzi più datati di questa raccolta, quello intitolato True Born African, un cattivo e carichissimo early reggae, che sarete lieti di ascoltare più volte.
Sedicesimo brano, avanti nel cd ed indietro nel tempo, Baby Don’t Be Late che sembra rocksteady Coxone style, seguita da una più moderna e familiare Babylon Burning e dalla cover della African Herbman di Marley con cui gli ex The Flames si confrontano con ottimi risultati; chiude infine l’ascolto quello che pare essere anche il pezzo più recente della raccolta dal titolo Let The Music Play, lasciandoci attoniti riguardo la qualità del lavoro di uno dei personaggi cosidetti "minori" del reggae…’Nuff ‘ Nuff Respect to the Righteous Flames!

Sergio Rallo




 
 
 

Wisecracker - "Para Mi Gente"  
(CD - Elmo Records - Germania, 2003)


Oh, o sto cambiando lentamente gusti (improbabile), oppure questo gruppo tedesco dei Wisecracker è veramente bravo (molto più probabile).
"Para mi Gente" nella modesta opinione di chi scrive è veramente uno dei migliori debutti di un gruppo ska-core che mi è capitato di ascoltare nell’ultimo anno.
Wisecracker sono in grado di miscelare nella maniera più gradevole punk rock, ska, reggae, rock & roll e hc usando come collante un’ottima capacità compositiva che risalta subito fin dalla prima traccia dl titolo "Ambition" che è un veloce punk/ska/rock. Ma tutte le altre 13 tracce sono meritevoli di attenzione e divertenti e se "Guantanamo Bay" (toh, guarda un po’ che novità, ce l’hanno con gli americani!) e "Cup-a-Joe’s" sono nell’ordine un tipico ska-core ed un bello ska-rock, "So what?" inizia con un fumoso swing anni ’40 per trasformarsi in un velocissimo ska-core/rock’n’roll che si conclude con un vero e proprio trash.
Wissecracker sono in grado di offrire anche un rocksteady/reggae dalla melodia dolce influenzata da gente come Skin degli Skunk Anansie.
Tra le canzone migliori offerte in questo debutto annovero "Moral Hazard" che è un ottimo ska rock che ricorda qualcosa di Red Hot Chili Peppers e "M.O.R.E." che è una canzone critica su tutti i gruppi ska che imperterriti copiano a tutto spiano i classici dello Ska senza (ritengono i nostri simpatici Wisecracker) alcuna fantasia e, soprattutto, senza fare "rock" come sanno fare, invece ed alla grande, loro. Tosti.

Sergio Rallo




 
 
 

Dr. Woggle and The Radio - "Bigger is Tough"  
(CD - Grover Records - Germania, 2003)


Il secondo album di Dr. Woogle mi piace decisamente più di quello di debutto.
"Bigger is Tough" inizia, infatti, con un terzetto di buoni reggae in uno stile che mi ricorda quello – ottimo - degli scomparsi Shot Black and White anche se meno incisivo. "Guidance", "Lions and Dogs" e ""Fellas", infatti, si dimenticano facilmente.
La quarta traccia, su 12 che compongono l’album, è un rocksteady leggero, con gran bell’accompagnamento di piano e chitarra, mentre bisogna aspettare la quinta traccia per ascoltare il primo ska di Bigger is Tough intitolata "Next Days".
La collaborazione di Dr.Ring Ding nel moderno rocksteady/ragga/dance hall intitolato "Shituation" non è abbastanza per rendere interessante la traccia che si prolunga per 6 minuti e mezzo senza motivo ed alla quale preferisco la soulful "How true is Your Love" e la successiva "Brother" anch’esse due reggae moderni.
Le tracce che ho preferito, però, non potevano che essere degli ska e se "I Can’t Say" è proprio carina "Rhythm and Soul" è un bello ska/rock/soul potente ed eccitante.
Altro reggae ("No More Wailin’") e tranquillo rocksteady decisamente poco originale ("The Taste of Your Love") concludono Bigger is Tough delineando Dr. Woogle & the Radio come una formazione reggae che si dedica anche allo ska piuttosto che il contrario.
Consigliato all’appassionato di reggae lover e di morbido rocksteady.

Sergio Rallo




 
 
 

Dr. Woggle and The Radio - "Suitable"  
(CD - Elmo Records - Germania, 2001)


Dr. Woggle & the Radio è una nuova formazione tedesca di cui non conoscevo l’esistenza.
Suonano Ska “a tutto tondo", con reggae, rocksteady, strumentali e cantati, assolo ed arrangiamenti di fiati, un pizzico di Two Tone, tradizionale ed una tendenza Pop piuttosto netta.
Dr. Woggle con Suitable propone un sostanzioso numero di brani per parecchi minuti di ascolto dato che ben 11 pezzi su 14 superano abbondantemente i 3 minuti di durata. Melodie facili, orecchiabili e, un po’, “orecchiate" sono sparse qua e là senza riuscire ad accendere grandi entusiasmi.
Nonostante una generale carenza di novità, di trovate ritmiche o di qualsivoglia “guizzo" creativo e, nonostante la presenza di melodie e ritornelli piuttosto scontati come le tematiche trattate nei testi, Suitable regala, comunque, qualche momento di buon vecchio Ska sicuramente gradevole come lo strumentale che ne apre l’ascolto: “Radio Tune".
Bisogna, però, arrivare alla 5° traccia per trovare qualcosa di interessante come la cattiva, twotonish, “Never Ride A Camel". Segue un gentile ska “When I See Your Eyes" che è obbiettivamente carino come è pure il pezzo “Ten Nine Eight Seven Six" (che è il numero dei cannoni allegramente fumati dal personaggio della canzone). Ripeto, carini ma poco interessanti.
Così, ad un ascolto meditato, mi vien da pensare che Dr. Woggle se la cavi molto meglio quando tende allo ska Two Tone che non al tradizionale dato che anche “Mount Zion" possiede quella tendenza che, vuoi per la tastiera, vuoi per la melodia vocale è da annoverare tra i momenti di buon vecchio Ska di cui dicevo poco sopra.
Dr. Woggle sembra alle volte ispirato agli Ngobo Ngobo, altre, pare prendere ispirazione da certi Ska tradizionali dei Wailers tipo Put It On (è il caso di “You Don’t Know Me") e, infine, altre ancora, pare prendere ispirazione da certi gruppi roots (“Fire Your Guns").
Buono, ma non essenziale.

Sergio Rallo





 
 



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