Skabadip is back

 
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Laurel Lorenzo Aitken - "En Español"  
(LP - Liquidator - Spagna, 1999)


Che spettacolo di lp ci ha riservato il nostro "Padrino del ska" con questo inappuntabile 24esimo – o giù di lì – album.
Non sono più impegnatissimo nel raccogliere informazioni di ambito ska come lo ero una volta, ma quando un anno fa ebbi l’onore di intervistare Aitken, lui mi parlò sì di un prossimo nuovo disco, ma dalle caratteristiche piuttosto diverse da questa azzeccatissima accoppiata tra Lui e gli spagnoli Skarlatines che ha dato vita a canzoni e musiche di "En Espanol"; m’aveva parlato, infatti, di un disco in cui si sarebbe dato alle nuove tendenze musicali come ragga, drum n’bass ed hip hop (creandomi, come tu che stai leggendo capirai, un certo panico) e, invece nonché fortunatamente, mi ritrovo, a sorpresa, con un incredibile viaggio negli anni 60 del boom economico italiano durante il quale spopolarono brani come "La Paloma", "Quizàs Quizàs" e "Perfidia", ottimamente reinterpretate dall’ immutabile Voce del Padrino sinonimo di Ska con la esse maiuscola.
Aitken, questa volta, invece di reinterpretare per l’ennesima volta suoi classici come per "The Story So Far" (Grover, 1995) (non le conto nemmeno le versioni che ho di "Sally Brown" o "Rudy Got Married") tira fuori, da uno sterminato catalogo di splendidi brani da lui scritti, "The Raise & Fall", qui in spagnolo "Auge Y Caida", rilassantissimo reggae ancor più bello dell’originale grazie alla accortissima ritmica della band, alla quale vanno delle lodi particolari per l’eleganza e la leggiadra sobrietà dei loro accompagnamenti. A conferma di ciò, sta "Nina Nina" (pron.:Nigna Nigna, dove cazzo è l’accento circonflesso su ‘sta tastiera?) [alt+0241 Sergio...] splendido esempio di come possano brillantemente fondersi Swing, R&B, Ska e atmosfere latine in maniera particolarmente riuscita.
Sono stato particolarmente contento, poi, di ascoltare in questa versione latina datata 1999 l’ipnotica "Witchdoctor From Amsterdam", a 22 anni dalla sua prima registrazione ed 11 dalla sua prima pubblicazione. Qua è intitolata "Médico Brujo" e mantiene del tutto inalterati i suoi effetti devastanti grazie, ancora una volta, agli Skarlatines che l’hanno resa ancora più inquietante. Un super-classico, Aitken, voleva però rifilarcelo ancora una volta e, alla traccia n.° 9, c’è "Sahara", in una versione veramente Cattiva e coinvolgente, una vera esplosione di Ska che son contento che El Padrino abbia voluto rivisitare con ottimi risultati.
In vero stile Aitken, la cattivissima "Sahara" versione latina viene seguita, a concludere un disco che entrerà indubbiamente a far parte dei "classici" di Lorenzo, dalla luminosa "Mi vida Sin Tu Amor" che, ci giurerei, se la metteste a qualche sagra del vino farebbe skatenare la piazza.
Intervistatore: "Allora, signor "Profeta", alla fine di una tanto lunga recensione, dica ai lettori: rinuncerebbe mai alla sua copia di "En Espanol" di Laurel Lorenzo Aitken accompagnato dai bravissimi Skarlatines"?
Da Profet: " No, credo che sia impossibile privarmene, abbellisce di suoni la mia scrittura ed è perfetto per la mia personale discografia del God Father. E’ veramente Ska".
(il disco recensito è stato comprato per 25 carte al concerto dei Ramiccia alla Blues House di Milano)

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "Godfather of Ska"  
(CD - Grover Records - Germania, 2000)


La Grover Records si sta lanciando su una Opera Omnia dedicata al padrino, raccogliendo in vari capitoli digitali vecchi singoli, rarità e chicche varie. Questo è il terzo capitolo, e segue i notevoli “The Pama Years" e “The Long Hot Summer" pubblicati tempo fa e puntualmente recensiti in queste pagine dal profeta in persona.
Anche qui si tratta di vecchi singoli, registrazioni traballanti, vinile gracchiante ma genuino e granitico come il buon vecchio Laurel. Tutte registrazioni del periodo 1963-66 uscite per svariate etichette britanniche (Blue Beat, Rio, Dice, Ska Beat, eccetera). Inutile dire che qualsiasi disco del padrino non può mancare nella collezione di ogni appassionato, quindi evito.
Il materiale contenuto è però davvero interessante se si pensa che la maggior parte di noi ancora non era nemmeno nata quando Laurel registrava queste canzoni. Poi c’è il lato musicale della faccenda: tutto materiale pre-reggae, pre tutto praticamente. Forti influenze Calypso, Rhythm and Blues e Boogie. Insomma, più che un disco, una lezione di Ska, delle sue origini. Piaccia o no, veniamo tutti da qui. Siamone orgogliosi!!
C’è un po’ di tutto: covers e originals. Notevole il rifacimento di “Jerico", sempre grandi “Jamboree", “Shake".
L’unica cosa che mi fa storcere il naso è che tutta sta operazione è tipica per personaggi della musica che ci hanno lasciato, quindi consiglierei a Laurel di iniziare a toccarsi nelle parti basse. Si sa mai...

Antonio Crovetti




 
 
 

Laurel Aitken - "Laurel Aitken meets Floyd Lloyd & The Potato Five"  
(CD - Grover Records - Germania, 2000)


Per gli "orfani" della Two Tone Gaz Mayall (si, quello dei Trojans col papà famoso bluesman elettrico), un tipo che nella musica ska ha sempre creduto parecchio, sfornava, nel lontano 1987, il disco originariamente intitolato Floyd Lloyd & the Potato 5 Meet Laurel Aitken.
2 diverse session portarono a quel disco oggi ristampato dall’attenta Grover con il titolo leggermente modificato; una session con gli inglesi "Pato 5" ai quali si aggiungeva il cantante giamaicano Floyd Lloyd da cui sono venute fuori le prime 5 tracce di cui 4 (Tear Up, Spin On Your Head, Jesse Jackson e Big City) già uscite in un EP 12 pollici nell’85 col titolo Ska Explosion; l’altra con Mr. Aitken per 4 sue composizioni originali di cui 3 sono tuttora tra le più gettonate dai fan: Sally Brown, Mad About You Shara e Long Time riproposte, in seguito da svariati artisti (vedi Bad Manners).
Un disco importantissimo, quindi, per la storia dello ska moderno non certo perché il primo della neonata etichetta di Gaz Mayall, ma perché è a buon diritto identificabile come il primo motore di spinta verso lo ska tradizionale che verrà ampiamente suonato da formazioni in tutto il mondo nei due anni successivi.
Non l’avevate ancora ascoltato? Non conoscete la versione originale di Sally Brown? Non avete mai ascoltato e ballato Jesse Jackson e Western Special? Come avete fatto a campare fino ad adesso?! Immancabile!

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "Rise & Fall"  
(CD - Grover Records - Germania, 2001)


Senza avere grandi pretese grafiche (copertina monocolore seppiato), quest’ennesima edizione delle raccolte originariamente realizzate dalla più volte citata Unicorn Records, è fondamentale per chi ama lo Ska ed il Padrino Aitken!
“Rise & Fall" 2001, raccoglie 20 dei 24 brani originariamente presenti sull’omonimo album della Unicorn del 1989 e su It’s Too Late, l’ultimo della serie di 3 album intitolata “The Legendary Godfather Of Ska" esattamente com’è intitolata la serie della Grover che ha pure l’esatto sottotitolo: “Personal Selection".
La riproduzione è “fedele" nel senso che alla Grover hanno piazzato gli originali ellepì sul piatto ed hanno registrato paro paro il Cd. Con un risultato non eccelso. Eccettuati 2 brani per album.
Non credo che ci siano presentazioni opportune, che non siano già state scritte e riscritte migliaia di volte da entusiasti di tutto il globo, per brani come “You Got Me Rockin’", “Back to New Orleans" superbi esempi di shuffle e R&B giamaicano; o come “Daniel Saw the Stone" e “Brother David" che uniscono gospel e calypso o lo splendido tardo rocksteady “Who’s taking You Home ".
Che dire dell’incredibile “Jasse James" e dei reggae “It’s Too Late", “Give Back Mi Dollar" “Heile Heile" e “Skinhead Train", tutte del 1969?
Certo si può dire che sono la Storia stessa dello ska e del reggae, per ritmi inclusi, tematiche trattate ed influenze esercitate.
Godetevi, poi, le note di accompagnamento dei due originali album all’interno del Cd, scritte da George Marshall e dal sempre rimpianto Judge Dread, anche questa è Storia.

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "Rudi Got Married"  
(CD - Grover Records - Germania, 2002)


Per chi si fosse perso anche solo per fattori puramente biologici (non era ancora nato o era troppo piccolo) gli anni '80 del leggendario Padrino dello Ska, questa è una buona occasione per ampliare la propria discografia.
Tra le tracce più ambite ci sono i due 45 giri (I Spy/Arista) del 1980 "Rudi Got Married" e "Big Fat Man" dato che è la prima volta in 22 anni che vengono ripubblicati (con tanto di lato B), con gioia di chi non sapeva nemmeno che esistessero ed altrettanta gioia di chi custodisce gelosamente i preziosi pezzetti di vinile.
Non si capisce, invece, cosa ci facciano in questa raccolta "Mad About You" e "Sahara" provenienti dalle famose session del 1987 con i Potato 5 dato che la stessa Grover aveva avuto modo di ripubblicarle neppure 2 anni fa ed in considerazione del fatto che se ne potevano mettere altre tratte dagli altri dischi "saccheggiati" e di cui parlo di seguito.
Il resto della raccolta comprende, infatti, oltre al 45 "Skinhead" del 1996 della Grover, una buona parte del materiale pubblicato tra l’89 ed il 90 dalla scomparsa Unicorn records e tratto dall’LP "Ringo The Gringo" nonché dai singoli/12"/mini album "Sally Brown" (versione differente e successiva rispetto a quella coi Potato 5) "Escapade In France" ed "Everybody Ska".
Tassello immancabile della propria collezione per chi non ha avuto occasione di ascoltarle prima sono, oltre alla divertente canzone che dà il titolo alla raccolta, "Big Fat Man", "Je T’aimerai Toujours", "Rude Boy Dream" e "Hitchhike".
A dare alcune necessarie informazioni circa il contenuto del Cd è, all’interno di copertina, il buon vecchio George Marshall, personaggio di notevole fama nell’ambito skinhead anche per aver pubblicato per qualche annetto l’utilissimo giornale Skinhead Time. Buon acquisto.

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "The Long Hot Summer"  
(CD - Grover Records - Germania, 1998)


Quante volte è stato ristampato questo disco non si sa.
Scherzo, si sa. Tra il ’63 e ’64 raccolto in 45 giri in Inghilterra, e a fine anni ’80 raccolto nel terzo volume che la Unicorn dedicò (se non erro senza dare una lira) ad Aitken, poi in cassetta ma con una bellissima copertina per la Roir, poi in Cd ma c’era ancora lo zampino della defunta Unicorn ed ora, ma con l’aggiunta di altri tre brani anch’essi da 45 giri, questa nuova edizione Grover.
Aitken va in Giamaica, affitta il Federal Studio, affitta parte dei musicisti che da lì a poco sarebbero diventati gli Skatalites e sforna 12 chicche di Ska dagli influssi RnB e Swing in soli due giorni, paga tutti e se ne torna a Londra per piazzarli.
Questa la storia breve e questo un fatto: "Hometown", "Bad Minded Woman", "The Saint", "Mary", "One More River To Cross", "Life" e il Rasta-ska "Lion Of Judah" sono tra le migliori composizioni del nostro rispettatissimo "Don" Antonio Aitken. Ma attenzione! Questo è un Aitken ben diverso da quello di "Jasse James" e "Sally Brown; è un Aitken - già artista completo - in cui si sente ancora parecchio l’influenza americana.
La musica è suonata da una formazione particolare: Mc Cook, Alphonso e Baba Brooks, con alla ritmica Brevette e Knibb che insieme a Glen Adams al piano e (probabilmente) Charlie "Organaire" Cameron all’armonica incalzano in levare senza far sentire la mancanza della chitarra.
È un disco per il collezionista arrapato che brama possedere i pezzi che non conosce ("One More River To Cross", "In My Soul" e "Remember My Darling"), per lo storico della musica giamaicana che vuole vedere a che punto della sua evoluzione stava il ritmo dello Ska nell’estate del ’63 e per chi di tutte ‘ste storie non gliene frega un tubazzo e vuole solo ballare in attesa che il Leone di Giuda spezzi le catene. Irie!

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "The Pama Years (1969-1971)"  
(CD - Grover Records - Germania, 1998)


Non ci siamo ancora ripresi dall'entusiasmo suscitato per l'uscita della raccolta "Whoppi King" di cui i più affezionati skabadippers hanno già letto la recensione, che ci ritroviamo per le mani un'altra splendida raccolta di singoli intitolata "Pama Years".
Necessaria è una premessa storica. La Pama records, di cui le sussidiarie New beat/Nu Beat erano gestite direttamente dal Godfather of Ska, era la diretta concorrente e avversaria della Trojan Records.
Per quello che riguarda i 18 brani del Cd della Grover Records diciamo subito che ci sono due "chicche" mai pubblicate precedentemente (Apollo 18 e Benwood Dick, un uomo, questo Benwood, dal long long coo-coo-maka-stick), più tutta una serie di singoli piuttosto rari tra i quali spiccano la bellissima "Baby Please Don't Go" e lo Ska del 1970 "I'll Never Love Any Girl(The Way I Love You").
Immancabile nella collezione di ogni appassionato di hard Reggae and Ska.

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken - "Woppi King - The Early Reggae Years 68-69 Vol.1"  
(CD - Trybute Reggae Records/Topbeat Records - 1997)


Eccezionale raccolta di rari brani in stile Skinhead Reggae/Early Reggae/Boss Sound che giacevano inascoltati da quasi trent'anni. Chiara dimostrazione di che splendido Reggae/Rocksteady/Ska si suonava in Inghilterra alla fine degli splendidi '60. Venti brani, tra cui "Woppi King", l'incredibile "Pussy Price" in cui El Cubano si lamenta dell'incremento del prezzo delle prestazioni sessuali da parte delle prostitute(!). E la sempre attuale "Jesse James" che non ci stancheremo mai di ascoltare e riascoltare.
Tutti singoli questi, che ebbero un buon successo di pubblico e venivano suonati costantemente nei club dai Sound Systems di Brixton.
In più il booklet non solo contiene l'intera parlata di "Woppi King", che vi raccomandiamo di seguire con la musica di sottofondo, ma anche un sacco di preziose informazioni su The High Priest of Reggae, Laurel Aitken.
In più, cosa alquanto rara, è indicato l'organico che formava la "backing band": The Rudies.

Sergio Rallo




 
 
 

Laurel Aitken with Court Jester's Crew - "Jamboree"  
(CD - Grover Records - Germania, 2000)


Mi son ritrovato tra le mani questo dischetto e la sensazione è stata subito di quelle positive. L’unico mio disagio, lo confesso, è che “certi dischi" sarebbe meglio che fossero recensiti dalla memoria storica, l’archivio vivente, la Treccani dello ska: Sergio “ye Prophet" Rallo. Sì perché quando si è di fronte a dischi con materiale parzialmente già ascoltato, io mi trovo in difficoltà.
Sarà l’alzheimer galoppante, sarà la mia inguaribile pigrizia di cui Alessandro è paziente testimone [non è che stiamo diventando troppo autoreferenziali, Antonio?], ma se devo stare ad analizzare ogni singolo pezzo e andare a vedere se è già apparso in qualche altro disco in quel breve lasso di tempo che sono tre decenni di musica, allora mi viene il magone e lascio stare.
Dunque, raggiungiamo un compromesso e tagliamo corto: il disco è splendido, ci sono 12 pezzi di cui almeno quattro sono completamente inediti. Quali sono? Penso di saperlo, ma per evitare brutte figure non lo dico. Fatta la doverosa premessa circa i miei vuoti culturali in fatto di Ska della prima ora, passiamo alla musica.
Il connubio tra il supereroe dello Ska Lorenzo Aitken e gli ottimi tedesconi dei Court Jesters Crew, già recensiti e intervistati da SkabadiP tempo fa, è di quelli riuscitissimi. Che i CJC siano forse la band tedesca più interessante del momento già lo abbiamo detto e stradetto qua e la nelle pagine del sito.
Sul Padrino c’è poco da dire: è incredibile come gli anni passino ma la voce rimanga costantemente quella voce calda e avvolgente che ha caratterizzato la sua attività in questi decenni.
Insomma, come è di prassi, il cubano s’è fatto un tour coi tedesconi e, sapete com’è, da cosa nasce cosa, e dopo qualche mese, ecco il frutto dell’incontro. Booklet un po’ scarno, ma il contenuto qualitativo del frisbee d’alluminio è di quelli goderecci. Di tutto un po’: vecchi originals, covers, inediti. Pure un brano dei CJC (Cockroach) cantato da Lorenzo (Aitken).
I pezzi già conosciuti sono piuttosto fedeli alle versioni original, anche se con un piglio più veloce e, ovviamente, una qualità del suono migliore. Per fare qualche nome, “Jamboree" è trascinata da un ottimo levare della splendida sezione fiati dei CJC, “Woman is sweeter than man" la preferisco all’originale. “Rudeboy dream" è un classico e si ascolta sempre volentieri e “I’m still in love with you girl", altro classicone, è un rocksteady dove la voce di Aitken raggiunge vette che mettono i brividi. Ottime le tastiere che accompagnano rispettosamente.
“Brown eyed girl" di Van Morrison è una delle due cover, l’altra è una “We People" di Curtis Mayfield piuttosto anonima. Brown eyed girl è già di per se una splendida canzone, con quel ritornello (Lallalla-lalla-lalà-lalà) [Ora ho capito tutto] che mette di buon umore, se poi è ben suonata in chiave Ska, ancora meglio.
“Get Ready Rock Steady", è come dice il titolo un bel rocksteady molto roots. Talmente tanto che è un po’ troppo simile a “rocksteady" di Alton Ellis.
Di “Dance wid me baby", la mia preferita, con un groove molto swing non ho notizie in dischi precedenti, qualcuno mi può aiutare? [...io sto proprio ora sentendo "Rock With Me Baby" (Mix) di John Holt]
In conclusione, il bello del disco è che racchiude in se due anime e due impronte diverse, quella del padrino e quella dei CJC, senza che una prevalga sull’altra. Segno che il Padrino è in forma più che mai e che i CJC stanno raggiungendo una maturità notevole. Coi complimenti della direzione.

Antonio Crovetti




 
 
 

Liberator - "Everybody Wants It All"  
(CD Singolo - Burning Heart - Svezia, 2000)

Liberator - "Too Much of Everything"  
(CD - Burning Heart - Svezia, 2000)


Su 11 tracce contenute in "Too Much Of Everything", nuovissimo e curatissimo cd degli svedesi Liberator, ho dovuto constatare, con mia amara sorpresa, la presenza di soli 4 brani direttamente riconducibili alle sonorità Ska/reggae.
Il resto, pur ben prodotto e non stupendoci troppo consci come siamo dell’eclettismo dei Liberator, nulla o poco ha a che fare con la musica che ci occupa.
Registro, così, la netta sterzata dei Liberator nella direzione di un punk/hard-rock caratterizzato da influenze svariate e perciò difficilmente classificabile (molto più in linea, si dirà, con il materiale usualmente prodotto dalla Burning Heart Rec.), componente musicale che, certo, non è mai stata assente nel lavoro dei Liberator ma che in questo "Too Much Of Everything" ha preso decisamente il sopravvento.
Sì, ok, Liberator sono ancora in grado di creare sempre interessantissime canzoni "Ska", estremamente collezionabili, come la balzellante "Once You Start (You Can’t Stop)" o la bellissima e terribilmente melanconica "21st Anniversary", e, ancora, "Cutback" o l’emblematico slow reggae "Love Strikes Rarely", ma è un dato di fatto che la "vena creativa" della band svedese stia attingendo ad altre fonti primarie.
Una considerazione va fatta, però, ed è che i Liberator, oltre a dar sfogo alla propria, legittima ed insindacabile scelta creativa e seguire la direzione musicale che più gli aggrada, cercano con "T. M. Of E." una nuova, differente e, soprattutto (spero per loro), più numerosa fetta di pubblico.
Ad onor del vero, lo fanno bene (la loro bravura non è in discussione, soprattutto dopo averli visti dal vivo), proponendo un prodotto di grande qualità ma che mi ha visto addirittura in dubbio sull’opportunità di essere recensito sulle pagine di SkabadiP, ché, è intuitivo, se dovessimo recensire tutti i dischi in cui ci sono 4 pezzi dai ritmi Ska e reggae, avremmo dovuto recensire anche Morcheeba, Chemical Brothers o, peggio, il figlio di Higlesias e Ricky Martin!
Le speranze di ascoltare in un prossimo futuro grandi pezzi Ska/reggae come quelli cui i Liberator ci hanno abituati fin dal mini cd "Freedom Fighters" (1995) restano comunque aggrappate al singolo tratto da "T. M. Of E." dal titolo "Everybody Wants It All". Infatti, oltre al non Ska che gli dà il titolo, "E.W. It A." contiene 2 tracce non presenti nel "Long Playing" di cui sopra e che sono 2 godibilissimi e, come è usuale per i Liberators, particolari brani: uno è una canzone reggae dal titolo "It Hurts So Good", caratterizzato da una conclusione di grande respiro "soul", l’altro è un piacevole strumentale dall’inizio dub e robusta struttura early reggae, opportunamente intitolato "Heatwave" trattandosi veramente di "un’ondata di caldo".
Quindi, in detto cd singolo (trascurando il fatto che contenga 3 tracce) prevale il genere che ci piace ed è per questo che sono speranzoso di poter ascoltare in un prossimo futuro qualcosa più propriamente Ska da parte dei Liberator.
In conclusione, consiglio il singolo a chi apprezza più il lato reggae dei Liberator, mentre consiglio "Too Much Of Everything" a chi già apprezza le loro composizioni non Ska tipo quelle presenti nel mini cd "Carefully Blended". Arrivederci, Liberator.

Sergio Rallo




 
 
 

Liberator - "Worldwide Delivery"  
(CD - Burning Heart - Svezia, 1998)


L’estremo nord è scosso da uno Ska-quake senza precedenti!
La Svezia vibra investita dalle onde sonore dei bravissimi Liberator. Chi conosce i loro primi due dischi rimarrà entusiasta dell’ultimo CD, appena sfornato per la Burnig Heart.
L’etichetta specializzata in Punk, negli ultimi anni s’è resa conto delle potenzialità della musica d’origine giamaicana, producendo i Chickenpox, i Tic Tox e i Liberator appunto. La loro è una musica potente, con influenze di tutti i generi, tenute insieme da arrangiamenti accattivanti, da "colori" ricercati e da soluzioni ritmiche particolarmente seducenti e provenienti dal Reggae dallo Ska, dal Rocksteady.
La produzione è cristallina, il booklet ricco di foto e testi, e parlare di ogni singolo pezzo richiederebbe lo spazio di un intera pagina su SkabadiP, tanta è la varietà musicale infusa nei 14 brani che abbiamo trovato in "Worldwide Delivery". Siamo certi di non sbilanciarci affatto nel poterlo già ritenere uno tra i migliori dischi Ska del 1998.
Consigliato a tutti: da quello vestito in completo nero con pork pie, a quella testa rasata dall’aria incazzata, alla sensuale modette meravigliosamente "60s", al punk che ha esagerato col piercing per finire allo skaters adolescente che, armato di spray, dipinge la facciata del mio palazzo a suon di Ska-core…maledizione a lui…
Let’s skank con i Liberator ‘till the morning comes!

Sergio Rallo




 
 
 

Loaded - "More Midnights Than Mornings"  
(CD - Grover Records - Germania, 1998)


Ci sono gruppi Punk che talvolta suonano Ska e gruppi Ska che talvolta suonano Punk. Loaded rientrano nella seconda categoria.
Non foss’altro che per la formazione (un trio, ma per questo CD i Loaded si sono serviti anche di un sassofonista e dell’occasionale intervento di Richie aka Dr. Ring-Ding e della tastierista dei Ngobo Ngobo) questo gruppo americano perché americani i membri e tedesco perché nato e formatosi in Germania potrei descriverlo come i Police dello Ska ma senza influenze New Wave del gruppo di Sting.
Il retroterra culturale dei Loaded è, infatti, il variegato mondo del Two-Tone Ska, con approccio musicale poco più punkeggiante di quanto era quello di Selecter e Specials.
M.M.T.M. è un disco potente, in cui si può trovare dell’infiammato Ska-rock come "Ska City Rockers", Two-Tone Ska come "What Were You Thinking" (grande testo con cui sono in sintonia), la "nutty sound" di ispirazione Madness "Ten Beers Later", strumentali dai ritmi incalzanti sui quali prendono il volo alcuni assoli di chitarra e trombone che vale veramente la pena ascoltare, come in "Colt Seavers: Bounty Hunter", e ancora Dub particolari, Oi! e un pizzico di Punk-rock per un totale di 13 brani tra cui non c’è nessun riempitivo.
Potrebbe (dico potrebbe) non essere gradito ai "fighetta" che hanno scoperto ieri lo Ska-trad o il Rocksteady e non ascoltano altro per ristrettezza di vedute ma ciò non toglie la convinzione di avere ascoltato un disco veramente Loaded!

Sergio Rallo




 
 
 

Lord Tanamo with Dr. Ring-Ding & TSA - "Best Place in The World"  
(CD - Grover Records - Germania, 2000)


Credo di poter dire con una certa dose di sicurezza che Joseph Gordon, in arte "Lord Tanamo", sia uno dei pochi artisti conosciuto per un solo disco, ovvero "In the Mood for Ska", uscito ben 7 anni fa per l’etichetta Trojan.Detto ciò, constato come, alle soglie di questo terzo Millennio, Lord Tanamo non si preoccupi minimamente di ripetersi e, mantenendo un piglio da conservatore, della suddetta vecchia raccolta ci ripropone addirittura la metà dei brani.
Parte, infatti, il suo nuovissimo LP "made in Germany" proprio con la notoria "In the Mood for Ska" e, sempre nel lato A, trovi anche "Rainy Night In Georgia" e "Come Dung" ( di cui scopro solo ora il titolo giusto dato che, tanto per la cronaca, nel disco Trojan era intitolata "Come Down"); mentre nel lato B ci sono "Keep On Moving" (per me, da sempre, uno dei suoi migliori brani) "Mother’s Love", "I Had a Dream" e l’altro "cavallo di battaglia" del Tanamo, "Iron Bar".
Eccetto per "Keep On M.", in una versione più Ska che reggae psichedelico come in origine, queste nuove versioni non si distaccano molto dagli originali nell’effetto d’insieme.
C’è un altro brano che Mr. Gordon ha deciso di rispolverare facendo raggiungere il numero di 8 ai brani già noti di questo ellepì che ne contiene 12, parlo di "Big Trombone".
Rimangono dunque 4 inediti: la canzone che dà il nome al disco, "Out Of This Big World" (che è entrata subito tra le mie preferite), una particolarissima versione in stile Burru di "Hard Man Fe Dead" ed il Mento-Calypso dal titolo "Mussu" (per non dimenticarsi le origini).
Sempre notevole interprete della Sua musica, Lord Tanamo conserva la stessa distinguibile voce che ce lo ha reso familiare non certo per virtuosismi ma per un senso del tempo veramente unico ed uno stile che affonda le sue origini nel popolarissimo genere da ultimo citato.
Impeccabili i Senior e Ring Ding che accompagnano, con la solita precisione a noi nota, il cantante naturalizzato canadese e, per una volta, No Ragga At All!
Ska tradizionale e reggae per le nuove generazioni mentre le vecchie, che pur lo acquistano motu proprio per fini collezionistici, attendono un album solo di novità.

Sergio Rallo




 
 
 

Luana Point - "Two Is Better Than One"  
(Singolo 45 - Leech Records - Svizzera, 2000)


E sì, certi 45 giri, non volendo diventare una forma desueta di ascoltare musica (anche solo per registrarli in cassetta per poi accuratamente conservarli) li devo recensire per forza. Sono troppo belli.
Come questo "Two Is Better Than One" degli svizzeri Luana Point che offrono due tracce di gradevolissimo ska trad. bello caldo.
La prima, "Les Liaisons Dangereuses", è una canzone (cantata però in inglese) con grande prevalenza della parte strumentale, forti influenze latine ed un eccellente colore anni ’60. Ampio spazio alla nutrita sezione fiati, bel solo di chitarra e brillante piano ska; notevole la conclusione sambeggiante.
La seconda registrazione è uno strumentale dal titolo "In Flagranti Ska", un bello strumentale nella cui seconda parte del tema dei fiati è evidente l’ispirazione tratta dagli Skatalites – che, sia detto in quest’inciso, cominciano ad essere onnipresenti nel lavoro di centinaia di formazioni di ska trad - e che è arricchito da pregevoli soli di chitarra e tastiera di ambiente soul/r&b.
Un pezzo di vinile da avere nell’attesa di un atteso già da adesso LP.

Sergio Rallo





 
 



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