Skabadip is back

 
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The Inspirations - "Reggae Fever"  
(CD - Trojan Records - UK, 1998)


Datato 1970, l’originale "Reggae Fever", quello in caro vecchio vinile, non fu un "evento" discografico per il mondo del reggae, ma negli anni, il suo essere introvabile l’ha reso leggendario.
Rieccolo, in formato CD, nel set originale di 12 pezzi (8 cantate dagli Inspirations, 3 godibilissimi strumentali dai Destroyers ed 1, "Only Yesterday", cantato e scritto da Ken Parker) con l’aggiunta (regali che spesso la Trojan elargisce) di ben 14 (!) bonus, a rendere ancora più appetibile questa riedizione.
Il brano che dà il titolo al disco, guarda caso, non è degli Inspirations, come farebbe presupporre, bensì del sig. Lloyd "Gits" Oliver Willis, chitarrista dei Destroyers, la studio band di Joe Gibbs per la cui etichetta furono registrati questi 26 brani tra il 1969 ed il ’70.
Gli Inspirations propongono covers di alcuni dei brani più famosi delle classifiche giamaicane come la splendida "Ease Up" dei Bleechers, "Wet Dream" di Romeo, "Samfie Man" dei Pioneers, "Sweet Sensation" dei Melodians e, oltre a "Fattie fattie" di Clancy Eccles, qualche altra meno famosa ma altrettanto grandiosa come "Take Back Your Duck". Poco differenti dagli originali, hanno però un ugual fascino.
Solo la traccia n.° 4 è una loro original: "Why Do We Laugh At My Calamities". E non è la più bella del disco.
Chi si nasconde invece dietro il nome The Immortals, non lo sapremo mai con certezza, forse non se lo ricordava neppure Joe Gibbs, ma ci restano, tra pochi altri brani sparsi qua e là, i due presenti in "Reggae Fever": "Perfect Born Ya" e "Red Red Wine" a proposito della qual’ ultima anch’io, come il compilatore delle note Trojan, vi avviso: non è la stessa canzone di Neil Diamond. Entrambe sono ottimi esempi di reggae "prima maniera".
Da non perdere gli appassionanti strumentali tra cui "Rock The Clock", "Danger Zone", "Mad Rooster" e le due "Franco Nero" e "F.N. Version 2".
L’interesse principale di questa raccolta è che sottolinea come il Reggae, a quell’epoca, fosse divenuto ritmicamente molto variegato e, per certe scelte musicali, sorprendente. Skinhead reggae at all!

Sergio Rallo




 
 
 

Intensified - "Cut ‘n’ Shut"  
(CD - Grover Records - Germania, 2001)


Here comes another monster...E rieccoci, con un pò di ritardo, col nuovo disco degli eccezionali e simpatici Intensified.
E questa volta niente popò di meno che con un doppio cd. Confezione extra lusso con 15 pezzi dal vivo e 9 in studio nel più classico stile Intensified. Uno stile molto roots, molto rocksteady, molto ska.
Aprendo la confezione si trova il live a sinistra e lo studio a destra.
Andiamo per ordine: come per ogni live che si rispetti, tra i 15 brani c’è un po’ di tutto. Originali, inedite, covers.
Le inedite sono rappresentate da quattro covers, “Reggae hit the town" degli Ethiopians, “John Jones" di Derrick Harriott, “Tell Me Baby" di Delano Stewart e “Dick Tracy" degli Skatalites, e da una original, la strumentale e coinvolgente Piranha. I restanti 10 brani provengono dai loro precedenti cd, “Faceman Sound" (4 brani), “Yard shaker" (5 pezzi) ed dal primo “Don’t Slam the Door" (la splendida “Margherita").
Il sound è tipicamente da Intensified. Molto roots, senza overdubbing e lascia immaginare cosa dev’essere un loro concerto: energia e passione al 110%. L’affiatamento tra gli strumenti è ottimo e la voce di Paul Carter è superba. Da avere. E’ inutile descrivere ogni pezzo, l’arrangiamento, l’assolo, il brano preferito (certo che Jewel In My Crown è da pelle d’oca). E’ un disco da avere e nulla più. L’ascolto è consigliabile in cuffia.
Col secondo cd, quello in studio, gli Intensified si sono divertiti a riarrangiare vecchi brani del loro repertorio, e a suonare nuove covers. Non si tratta di un semplice cd di B-sides. Niente affatto.
Si inizia con “Turn Me Loose", un vecchio (e raro) stomper di Derrick Morgan. Una versione da urlo. Impossibile non muoversi al ritmo. Il duetto vocale del brano, del tutto irresistibile, introduce il pubblico ad un nuovo membro della band: si tratta di Cathy, splendida voce femminile presente anche in “Things of the past" di Phillis Dillon.
Si prosegue con l’apoteosi delle originali tastiere di Andy Pearson in “Speak your mind" e “Biafra", mentre “Wiseman" e “Duppy Mansion" riportano alla mente le sonorità di Faceman Sound, con una ritmica unica e ballerina. La splendida Hot Lead Shuffle, anch’essa in Faceman Sound, è in versione riveduta e corretta dal punto di vista “sezione fiati" (sul disco era in versione Hammond), segno che, come dicevo, non è un semplice disco di B-sides, o scarti.
Per quanto mi riguarda, è ossigeno puro.

Antonio Crovetti




 
 
 

Intensified - "Doghouse Bass"  
(CD - Grover Records - Germania, 2004)


"Doghouse Bass" è l’ultimo rimarchevole album degli inglesi Intensified che riescono, così, a strapparmi anche questa volta un altro entusiastico giudizio sulla loro musica.
La formazione guidata da Steve Harrington e Paul Carter che, com’è noto, ha ormai più di 15 anni di fiera militanza ska/reggae neo-tradizionale alle spalle, mi ha deliziato con i 14 nuovissimi brani che mi fanno giudicare "Doghouse Bass " come uno dei migliori album della band del Kent. Forse anche migliore del loro acclamato "Faceman Sound " del 1998 (sempre Grover).
La formula è sempre quella: ritmi da spavento, soul e R&B a manetta, Hammond in quantità, melodie sempre accattivanti prodotte da voci e fiati decisamente in stato di grazia per tutta la durata della registrazione!
Il gruppo di punta della Grover travolge il patito di ska strumentale con gli ottimi tradizionali "Stingey Brim", "Piranha" e "Free Rubin" che sembrano provenire direttamente dai Soul Brothers o dai Jets di Lyn Taitt; sheckera il malato di early reggae con la dolcissima "Sweeter Love" e la memorabile "Move On"; ipnotizza il drogato di rocksteady con "With You Tonight" che è una delle tracce più belle del disco per il suo profondo feeling blues e con la classica "Every Road"; sconvolge lo sconvolto dello ska cantato con il martello "Dirty Harry " e col rotolante skalypso intitolato "Rum Papa" (anch’essa tra le mie preferite); porta al climax l’oltranzista dello skinhead reggae con la bellissima "Penny Fall".
Posso garantire: tutti soddisfatti.

Sergio Rallo




 
 
 

Intensified - "Faceman Sound"  
(CD - Grover Records - Germania, 1999)


Fanrldahh incredlopdsflkm dfdlkjyro nmluoipf...difficile scrivere mentre si balla. Faccio leva sulla mia capacità di autocontrollo, sulla dedizione alla buona musica e al sito. Faccio uno sforzo e sto calmo una mezzoretta. Questo è un disco pazzesco. Roba che non si sentiva da parecchio tempo. Ma procediamo con ordine.
L’altro giorno mi arrivano un tot di CD dalla Grover, etichetta tedeska che ha capito da che parte gira il vento, tra cui il qui presente. Gli Intensified….inglesi, in giro da parecchio, al terzo lavoro, un sano rocksteady con parecchie venature reggae senza infamia e senza lode. Così me li ricordavo. Così il disco rimane nel dimenticatoio per qualche giorno e lo riesumo tanto per avere un sottofondo migliore delle telecronache di Pizzul.
Mi rendo subito conto che ho commesso un errore imperdonabile a non ascoltarlo prima. La serata scorre e innesco il pilota automatico sul lettore CD. Penso di aver ascoltato il disco almeno sette volte quella sera. Trovare aggettivi è davvero difficile. I superlativi non mi piacciono, anche se gli Intensified se ne meriterebbero una carriolata intera. Cinquanta minuti di rocksteady 100% Giamaica Style.
Non so se vi rendete conto di cosa significhi al giorno d’oggi. Intendiamoci, qui c’è puro Ska di quello che piace tanto a grandi e piccini, mica bruscolini. Già la copertina sembra chiedere scusa al tempo che passa in un tentativo di tornare indietro a qualche decennio fa in cui questa musica la faceva da padrona al sole dei tropici. Adesso lo dico. Prendete gli Hepcat.
Grandi gli Hepcat giusto? Geniali gli Hepcat, vero? Beh, questi Intensified ricordano i Californiani, ma col particolare che sono molto meglio.
I fiati sono di quelli che fanno tremare i muri. Melodie originali, mentre nel levare la puntualità è tutta inglese. Due sax, tromba e trombone da pianto; Voce da brivido, di quelle calde appena sfornate; sezione ritmica di quelle che ricorda le sonorità dei tempi che furono e un hammond che mi farebbe riconciliare perfino con la mia ex. Ottima la produzione e gli arrangiamenti.
Trovare un brano preferito è davvero arduo. Forse “Glamour Girls" merita una menzione particolare, però anche “Rolando" uno strumentale alla Skatalites….certo che non si può lasciar fuori la reggaeggiante “Treasure Island". E che dire di “Maybe", e la swingheggiante “She’s so fine". Allora mi rifiuto di escludere dall’elenco “Bring it Back" e “Direction".
Insomma, a farla breve, un disco che non può non piacere. Per palati raffinati e non, per gli amanti del rocksteady ma anche di qualcosa di più velocino, per chi ama lo Ska nelle sue forme più belle. Da avere. Accidenti, i piedi…le gambe…le braccia….si muove tutto non riesco a fermarmi. Aiutatemi...

Antonio Crovetti




 
 
 

Intensified - "Yard Shaker"  
(CD - Grover Records - Germania, 1997)


Come prima recensione di SkabadiP i responsabili hanno deciso di scriverne una parlottando tra loro del disco che intanto suona allo stereo.
Sergio: Alessandro, ti introduco questa ottima Ska band del Kent, nella madrepatria del nuovo Ska, l’Inghilterra.
Intensified suonano dal 1989, hanno inciso due CD, un buon numero di demo-tapes, un paio di 45 giri, e sono apparsi nelle più disparate compilations di mezza Europa.
Quello di cui parliamo è ovviamente l’ultimo, e subito voglio chiederti che cosa ne pensi, visto che lo stai ascoltando per la prima volta? Che mi dici di questo Ska, Rocksteady e Soulful Reggae?
Alessandro: direi che sono grandi, se non dicessi sempre "grande" ogni volta che ascolto del nuovo Ska. Mi rammentano certo gli Hepcat. Fra l’altro, sono molto rilassanti: "buon sound".
Sergio: A me piace parecchio la facilità con cui Steve Harrington e la sua band passano da uno stile all’altro, c’è tutto, in questo CD.
Alessandro: E questa, messicaneggiante, come si chiama?
Sergio: Questo bellissimo strumentale si chiama Bad Man’s River, è la traccia numero sette. Un andamento veramente rotolante. Fa muovere ritmicamente il basso ventre...
Alessandro: qualche informazione tecnica?
Sergio: Si, un’ottima cover del brano "Evening News" di K. Patrick, che era un’eccezionale cantante giamaicano, che gli Intensified interpretano in maniera spumeggiante. La traccia quattordici è poi un bellissimo Rocksteady, tributo all’eccezionale Slim Smith.
Sergio: da non perdere?
Alessandro: dove lo compro?
P.S. Il loro primo CD, "Don't Slam The Door" - The First Five Years, stessa etichetta, è altrettanto appagante.

Sergio Rallo - Alessandro Melazzini





 
 



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