Skabadip is back

 
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Giorno di Paga - "Split CD"  
(Split CD - KOB Records/Mad Butcher Records - 2001)


I nostrani Giorno di Paga gentilmente mi fanno avere la loro metà dello split CD condiviso coi tedeschi Ex-Maquina. Lavoro valido di una band piuttosto attiva (caruccio anche il loro sito), con già un altro cd all’attivo e con ampi margini di miglioramento.
Si tratta di 6 brani ska-core, ben registrati e dalle sonorità ben più core che ska. L’originalità non manca, l’ascolto è piacevole e un paio di brani spiaccano per le loro doti danzerecce. Ciò di cui sento la mancanza è una sezione fiati più incisiva. Fermo restando che il sax di Antonio è dotato di una certa personalità, bisogna dire che un trombone darebbe più incisività alla loro musica, soprattutto nei pezzi più ska, come in “La sonda".
Notevole comunque l’aggressività della chiatarrona distorta e puntuale nel levare. Un pò sotto tono la voce, spesso lasciata nelle retrovie rispetto agli altri strumenti.
“Saturnia" è uno ska-core piacevolissimo con un intro vagamente country e con diversi stacchi, accelerazioni e cori.
Clochard è un pezzo 100% hardcore nel quale si intuisce che chi l’ha composto è un fan dei NOFX. Anche “Zona" ha sonorità più tendenti al punk, mentre “Prima persona" inizia come un piacevole ska ballabile e si trasforma in un punk sparato col passare dei secondi.
Il cd si conclude con “Fuochi d’artificio", finalmente con una netta prevalenza di ska. Molto in stile Persiana Jones.
I testi sono molto punk, imperniati sulla “vita di tutti i giorni" e tendenti al pessimismo cosmico.

Antonio Crovetti




 
 
 

Giuliano Palma and The Bluebeaters - "The Album"  
(CD - King Size Records - Italia, 1999)


Primo commento: era ora!!
Secondo commento: mamma che disco!!!
Non so quanta gente ci sia in giro che ancora non conosce i Bluebeaters; in ogni caso val sempre la pena spendere due paroline di presentazione. I Bluebeaters sono una band di puro divertissement in levare. Solo cover, rigorosamente cover, nient’altro che cover, e che razza di cover. Giuliano Palma, Ferdi e Patrick dei Casino Royale, band dal solido passato ska; Zorro Silvestri, chitarrone dei rimpianti Fratelli di Soledad; Bunna, Cato Senatore and the Angelo Parpaglione degli Africa Unite; Gigi De Gasperi dai Vallanzaska con furore; Ricky Gibertini dei Reggae National Tickets. Nient’altro da aggiungere direi.
Il disco arriva dopo anni di attesa alleviata di tanto in tanto da concerti memorabili in località dimenticate dalle cartine stradali e posti selvaggi in tanta malora. Un concerto dei Bluebeaters era un evento quasi irripetibile e da assaporare fino in fondo, come una Sacher torte gustata nell’omonima pasticceria di Vienna. Ci si organizzava settimane prima: turni alla guida degli automezzi, sostanze psicotrope fatte in casa per rimaner svegli prima e soprattutto dopo il concerto, chilometri macinati tra le nebbie di questa accidenti di Val Padana, secoli trascorsi a pulire le Doc Marten d’ordinanza e a rispolverare il miglior three piece suit.
Veniamo al disco. Bello, pulito, tranquillo, rilassante, storico. Più lo si ascolta e più si è pervasi dall’essenza dei ritmi in levare. Personalmente, ascoltando i pezzi che scorrono lentamente tra le mura di casa, ho sempre più la sensazione di essere teletrasportato su una spiaggia Giamaicana e di essere placidamente disteso al caldo dei tropici senza quasi più pensieri nella testa. Riprendersi è un incubo. Il freddo, la nebbia, la pioggia, il traffico. No, la realtà è questa.
I Bluebeaters purtroppo fanno soltanto sognare. Sogni piacevoli comunque. In uno di questi incontri Cher e la sua “Believe", un miraggio in salsa rosksteady; poi, lasciata Cher per la sua strada incontri i maestri Rolando, Jackie, Don, Tommy, Lester e Lloyd nella splendida “World’s Fair". Ma quello laggiù non è Robert Nesta detto Bob? Allora intoniamo la trascinante “Comin’ in from the cold". Che roba, mi piace. Ma guarda, c’è anche Black. It’s a wonderful life, certo. Roba da farci anche un video. E i Four Tops che ci fanno da queste parti? “Stop Making Love", chiaro, dovevo pensarci prima.
A questo punto mi aspetto di tutto. Mina? Pensavo fossi a Lugano! Già, vuoi mettere la Giamaica coi quattro cantoni? “Sei grande grande grande" sei grande davvero, caspita. E quel tipo con l’aria da pazzo la in fondo chi sarà? Gene Simmons dei Kiss? E che ci fai qua? “see you tonite", c’era da aspettarselo.
Nel sogno ho incontrato anche Henry Mancini e la sua “shot in the dark", Alton Ellis con “Tell Me" e “Let Him Try", Clarence Henry e “I don’t know why I love you (But I Do)". Bella gente insomma. Solo che ad un tratto sento un rumore. Fastidio, apro gli occhi. E’ la sveglia. Bisogna andare a lavorare. Sono già le sei del mattino. Il tempo per dare appuntamento a Giuliano e ai suoi Bluebeaters tra qualche ora e riprenderemo da dove abbiamo interrotto.
Ah, il disco è reperibile in pochi e selezionati negozi sparsi per il territorio nazionale e sul sito.
Dove eravamo? Ah si, “stop making love beside me...cos it hurts me so bad, (UH!) it makes me feel sad..."

Antonio Crovetti




 
 
 

Giuliano Palma & The Bluebeaters - "Wonderful Live"  
(CD - V2 Records - Italia, 2001)


Anche senza saperlo, forse c’era da aspettarsi un live dei Bluebeaters prima o poi. Tratto dal tour primaverile dello scorso anno, al quale SkabadiP ha preso parte come spettatore attivo in più concerti (vd. nostro articolo) e dal titolo quanto mai azzeccato.
Si perchè di un wonderful live davvero si tratta, e ci sarebbe poco da aggiungere. Non si tratta di un unico concerto, bensì di un collage, molto sapiente, tratto da varie esibizioni del gruppo. Difficile non ripetersi rispetto all’articolo già scritto.
Una cosa su tutte salta all’occhio e all’orecchio, l’assenza dei due brani con Gino Paoli e inclusi nel singolo che tanta fortuna ha avuto lo scorso anno. Per il resto, 15 brani granitici, 70 minuti di ska, eseguiti , come sempre, magistralmente e trascinati dalla voce unica di Giuliano.
Registrato molto bene, con un occhio di riguardo alla fedeltà dei suoni originali, senza i fronzoli, i rimissaggi e gli overdubbing dei live d’oggi giorno. Un disco che rende piuttosto bene l’atmosfera di un loro concerto, con un Giuliano trascinatore e una band di musicisti con le palle quadre.
Forse un pò distante il calore e la passione del pubblico al quale forse poteva esser dato più spazio; ma è un pò come cercare il pelo nell’uovo.
Otto inedite e sette brani dallo strepitoso “The Album" sono un ottimo motivo per correre ed acquistare il cd, venduto a prezzo speciale. Su tutte, “Skaravan", “Artibella", “Somebody has stolen my girl" e la suggestiva ed emozionante “Out of time".
Ed ora, spazio alle uscite solitarie di Giuliano Palma e di T-Bone, e ricomincia l’attesa per altre nuove sorprese dalla band.
Nel frattempo, un’aggiornatina al sito non darebbe fastidio a nessuno...

Antonio Crovetti




 
 
 

Giuliano Palma & The Bluebeaters meet Gino Paoli - "Che Cosa C'è"  
(CD Singolo - King Size Records - Italia, 2000)


Graditissimo e strategico ritorno dei nostri preferiti, con un singolino succulento e prezioso nei contenuti. Palma e soci incontrano un vecchio marpione del cantautorato D.O.C. italico, Gino Paoli, e sfornano due cover in stile 100% BlueBeaters. Uscito sotto Natale, il cd ha funzionato alla grande con chi scrive come regalo ad amici e parenti, spalancando le porte allo ska a grandi e piccini.
Tre brani, due inediti. Partendo dal fondo, ritroviamo l’eterno successone di Mina “Grande grande grande", versione già ascoltata su “the Album". Segue, sia che partiate dall’inizio che dalla fine, “Domani", successo minore di Paoli e che vede una presenza paritaria delle due voci, entrambe in gran forma. Pezzo d’apertura, invece, il successo radiofonico di quest’inverno “Che cosa c’è", uno dei brani storici di Paoli. Uno di quelli che si ricorda pure la mia mamma.
Su “che cosa c’è", ho poco da dire, dal momento che lo si può ascoltare decine di volte su qualsiasi radio commerciale del paese. La versione è splendida, anche dopo aver ascoltato l’originale. Paoli, lo si sente soltanto nella prima strofa. Qualche gorgheggio in più non avrebbe guastato. E ora non resta che aspettare la prossima produzione dei BlueBeaters, o magari, meglio ancora, un bel tour.
Fate un piacere a SkabadiP. Comprate il singolo. Costa poco. Su Napster c’è altro da cercare!
Dimenticavo. I tre brani del singolo sono presenti anche sulla ristampa di “the Album". Chi non l’avesse corra a comprarselo. Ho detto a COMPRARSELO!!!!!

Antonio Crovetti




 
 
 

Godzilla - "Four Shots Alive"  
(Cassetta - autoprodotto - Svizzera, 1997)


I Godzilla sono una formazione svizzera piuttosto recente di Zurigo, che si dedica prevalentemente a suonare live. E quella che stiamo ascoltando è appunto una registrazione live di quattro pezzi, di cui una cover di "Go Away" di Jackie Opel.
Diciamo subito che la registrazione non è delle migliori, d’altronde si tratta non di una registrazione ufficiale, ma piuttosto di un demo-tape promozionale. Molto attaccati allo Ska tradizionale, il loro suono risulta sporco come certe registrazione giamaicane, vuoi per la sudetta approssimazione della registrazione, vuoi per l’uso del contrabbasso che tende a rendere i suoni molto più caldi e pastosi.
Non ci fa impazzire la cantante, questo lo dobbiamo dire, ma chi sa ascoltare "tra le righe" una registarzione live del genere ne coglie la fiammeggiante energia.
Siamo in attesa di vederli live al più presto a Milano.

Sergio Rallo




 
 
 

Godzilla - "Get Away From Montego Bay!"  
(EP - Leech Records - Svizzera, 1998)


Proprio carino questo 45 giri, con su 3 brani, di cui uno solo cantato. La band di Zurigo ha le sue caratteristiche sonore nei due sax e nel contrabbasso, alla voce una donna.
Atmosfera decisamente "Two Tone" ma se non credete in certe definizioni è meglio. Gli strumentali ("The Way To Luana Point" e "Yes I'm Rocking") mi piacciono parecchio per l'uso della tastiera sostituita in "MIO" dal piano.
Già il loro demo era promettente, ascoltato il 45 è certo che mi comprerò il primo LP che i Godzilla registreranno, speriamo presto!

Sergio Rallo




 
 
 

Greedy Bees - "A Lifetime For Disappointment"
(CD - 808 Records - Svizzera, 2004)


Il disco è svizzero ma i Greedy Bees sono tedeschi e propongono uno ska core più core che ska e con buone influenze rock.
Tra i loro colleghi di genere musicale i Greedy non sono tra i più tirati e rumorosi ma con questo non voglio affatto dire che non siano ad alto voltaggio anzi, mi ricordano Less Than Jake!
Sembra che per essere individuato come "ska core " ad un gruppo basti avere due fiati (trombone e tenore) dato che ritmi riconducibili allo ska, in "A Lifetime for Disappointment " così come in altri album di band analoghe, ne ho trovati solo nel funk/ska alla Fishbone Don’t Blame The Kids ", in "The Fat Guys ", nel tipico ska-core "Red beans & a Bloody Steak " e nell’unica traccia "ska " che i Greedy Bees propongono nel loro album intitolata "Nine Life Cats ".
Non particolarmente differenziati e/o differenziabili da formazioni omologhe i Greedy Bees hanno nondimeno buone probabilità di piacere ai cultori del genere hc/punk. Astenersi cultori di Classica!

Sergio Rallo





 
 



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